Il
castagno è l'albero generoso che da sempre fornisce i frutti tra i
più apprezzati nel mondo contadino, tanto da essere indicato come
"l'albero del pane"!.
Nella
nostra zona le castagne che non venivano consumate subito erano fatte
essiccare nelle "lobbie" o solai ben arieggiati oppure in
un locale della baita adibito per l’essiccamento: la gra,
ben
riconoscibile per il caratteristico colore nero delle murature.
L'arte
dell'essiccazione è tra le più antiche usate per la conservazione
di frutti o carni, e richiedeva la conoscenza di precise tecniche,
oltre a disporre di costruzioni adeguate.
Si
trattava di
un locale piuttosto alto diviso a metà da un soppalco formato da un
graticcio, da qui il nome gra,
sul quale era posto un grosso strato di castagne che raggiungeva
30/40 cm di spessore.
L’essiccamento
avveniva con l'accensione di un fuoco al centro della stanza dove si
mettevano a bruciare grossi ceppi mescolati alle bucce secche delle
castagne dell’anno precedente. Tutto questo provocava una gran
quantità di fumo che all’inizio faceva "sudare" le
castagne e poi le faceva seccare.
Era una operazione laboriosa in quanto occorreva girare spesso i frutti
per non farli seccare troppo.
la gra |
Il
fuoco doveva funzionare regolarmente e produrre fumo per dare alle
castagne il giusto aroma e occorrevano circa 20/30 giorni per farle
asciugare bene.
Le
finestre erano di dimensioni molto ridotte o inesistenti e il fumo
poteva uscire solo dalla porta d'ingresso, perché non vi erano canne
fumarie.
Il
locale fungeva anche da centro di ritrovo per le persone che, alla
sera, si riunivano intorno al focolare per riscaldarsi e scambiarsi
racconti.
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