giovedì 29 dicembre 2016

Il canonico Francesco Fiorentini

Il canonico FRANCESCO FIORENTINI, fu Giovanni e fu Santina Caterina, nacque ad Alzo il 22 marzo 1848, dove abitava in via Risorgimento, (ora via Durio), poco decine di metri prima della casa ad arco all'uscita del paese verso nord.
Fu ordinato sacerdote nel 1873 e celebrò la sua prima messa il 5 ottobre 1873 nella parrocchia di Alzo. Nel settembre del 1923 celebrò la messa di cinquant'anni di sacerdozio presso il Monte Mesma, come egli descrive nelle sue memorie.
Aveva tre fratelli: Giulio, Lorenzo e Pietro oltre alla sorella Cristina. Quest'ultima nata il 23 luglio 1856 e morta all'età di 71 anni il 7 gennaio 1928, - nubile – lasciò detto di volere un funerale di prima classe, ed assegnò un lascito di Lire 100 all'anno per messe di suffragio.
Il sacerdote Fiorentini ha lasciato diversi scritti e un lungo "sonetto" in versi e in rima, datato 20 settembre 1923, in cui racconta la sua vita dalla nascita fino alla vigilia della sua dipartita, definendolo "testamento fisico e morale".
Fu tra coloro che, alla fondazione dell'Asilo Infantile di Alzo, chiese che il Parroco fosse nominato tra i membri di diritto del consiglio di amministrazione, ma non fu mai titolare della parrocchia di Alzo.
Morì a 76 anni, il 26 giugno 1924 e fu sepolto nel cimitero di S. Filiberto.


lunedì 26 dicembre 2016

Le cappelle della via Crucis di san Filiberto

Nell'inventario dei beni di san Filiberto del 1710 viene menzionato il muro di recinzione che delimita il sagrato che fungeva da cimitero dove "Dalla parte verso mezzo giorno al di fuori della chiesa v'è il Cimitero assai grande, chiuso di muro, con una croce di legno ....e sotto picciol tetto che è la gronda alla sagristia suddetta, per ossario ove pure si conserva la bara da portare i morti..."
Gia nel 1753 il parroco d'allora scrive al Vescovo descrivendo che : "Li venerdì di Quaresima nella Chiesa di S. Filiberto altre volte Parochiale d'Alzo si fa la via Crucis con l'intervento de Popoli vicini; e nella festa di Epifania, e di S. Filiberto si cantano in detta Chiesa li divini ufizi".
Solo nel 1763, nell'inventario del 16 luglio, vengono citate ufficialmente le cappelle: "La chiesa è attorniata dal cimitero ben chiuso di muro e cancello di legno. D'intorno a detto muro vi sono le cappelle della via Crucis ben grandi e dipinte."
Nell'inventario del 27 giugno 1778 la descrizione è ancora più precisa: "La chiesa è circondata da muro alto con 14 capelle per la Via Crucis. Nel mezzo v'è il Cimiterio in cui si sepelliscono tutti li cadaveri, non essendovi alcun sepolcro. Nel mezzo di detto verso mezzodì sta una colonna di pietra ben lavorata con suo pedestallo, gradini, ecc. e nella sommità una croce di ferro eretta a spese di molti Benefattori"
la dedicazione
la firma del pittore
1932 inaugurazione cappelle
Nel 1930-32 furono eseguiti i nuovi affreschi  delle cappelle  dal pittore Mario  Albertella di Cannobio voluti da Ester Durio per onorare i genitori. 






giovedì 22 dicembre 2016

La "reale caserma " dei Carabinieri e le vicende alzesi

In un giorno di maggio del 1906 il chimico farmacista  Mazzetti Giuliano della farmacia in Alzo, quella mattina era a Gozzano per convolare a nozze con Caterina Guidetti. Si ricordò di avere lasciato ad Alzo i documenti delle pubblicazioni e,  inforcata una bicicletta, recuperati i documenti, ritornò verso Gozzano. All’altezza dell’oratorio della Madonna di Luzzara fu aggredito, pestato e derubato d’ogni suo avere: l’orologio d’oro con catena, Lire 1.500 in contanti, un cofanetto con gioielli che gli aveva affidato una zia per farne dono alla novella sposa, e anelli di cui uno con brillanti che gli fu strappato dal dito con evidenti “morsicature” per poterlo meglio sfilare.
Il fatto suscitò immenso scalpore ed indignazione tra i cittadini della sponda occidentale del lago tanto che si incominciò a reclamare una stazione dei Reali Carabinieri da insediare da questa parte. 
Caserma inaugurata nel 1911
L’esigenza di tale richiesta era giustificata dal fatto che i Reali Carabinieri di Orta, a causa delle “enormi distanze” avevano difficoltà a raggiungere la sponda occidentale del lago, ed inoltre mancava il  telegrafo nel comune di Pella.
Costruito un apposito edificio voluto da Francesco Fiorentini, notabile della frazione di Alzo, il 16 marzo del 1911 fu inaugurata la stazione dei Reali Carabinieri per servire i Comuni della sponda occidentale del lago d’Orta firmatari della richiesta.




lunedì 19 dicembre 2016

L'oratorio di san Giulio in frazione Ronco Superiore


Nascosta nella pace del bosco della piccola frazione di Ronco Sopra è la chiesetta di san Giulio o della Natività di Maria Santissima.
E' composta da tre corpi di epoche diverse anche se l'immagine generale deriva dagli interventi di età barocca: il corpo più antico, la navata, è basso e di dimensioni contenute; del seicento è il portico d'ingresso (su una finestrella è riportata la data 1677); del settecento la zona absidale, che ha probabilmente sostituito l'abside originale semicircolare, con un piccolo campanile (con data 1761).
Notevoli sono gli affreschi che decorano le pareti, realizzati tra il tardo secolo XV e l'inizio del secolo XVII, come segnalato nel 1987 da Casimiro Debiaggi.

Sono molto probabilmente opera della scuola del Cagnoli, da Tommaso ai figli, specie Francesco.


giovedì 15 dicembre 2016

Trasporti di animali e merci sul lago d'Orta





trasporto merci varie
Dall'Ottocento e fino agli anni sessanta del Novecento sul lago d'Orta a Pella si svolgeva l'attività di barcaioli con le barche a remi, traghettando da una sponda all'altra del lago persone e merci. 
Partivano con le “gondole” remando vigorosamente e trasportando le venditrici con i loro prodotti e i turisti all’isola di S. Giulio, a Orta, Pettenasco e ritorno. Talvolta si spingevano fino ad Omegna, situata a nord del lago per portare il bestiame al macello di Pettenasco oppure andare ad Omegna a ritirare la pasta di pioppo che serviva alla Cartiera Sonzogno di Pella.
Nei giorni del mercato di Orta paese, donne provenienti a piedi dalle valli situate sulla sponda occidentale del lago, persino dalla Valsesia, scendevano a Pella con i loro prodotti per farsi traghettare sull’altra sponda : uova, pollame, verdura, frutta erano la loro risorsa. Per essere puntuali al mercato dovevano alzarsi alle quattro del mattino, portando a spalla il prezioso carico.
Il lago d'Orta, come strada di comunicazione, è stato documentato anche da scrittori ottocenteschi.

Dal romanzo “A Lady’s tour round Monte Rosa; vith Visits to the Italian Valleys”, di Eliza Robinson Cole, edito nel 1859, una significativa descrizione sul trasporto di asini con le barche:
"Quando sono necessari asini per andare da Orta al Lago Maggiore passando per il Monterone, gli animali vengono portati con le barche da Pella attraverso il lago ed il loro aspetto serio quando sono fatti sbarcare risulta particolarmente comico.
Ad Orta, l’arrivo e la partenza delle barche con passeggeri ed asini risultano la maggiore attrattiva per quei turisti che desiderano passare una tranquilla giornata, divertendosi ad osservare i piccoli incidenti che capitano in quelle occasioni."
Le immagini che proponiamo testimoniano alcuni avvenimenti, modesti flash per non dimenticare.





lunedì 12 dicembre 2016

Pella turistica e le strutture ricettive


La segnalazione turistica, a firma della guida Luigi Boniforti, testimonia già dal 1858 l'esistenza dell'Albergo del Pesce. Dalle immagini reperite risulta che l'albergo ebbe due ben distinte denominazioni: Albergo del Pesce d'Oro poi tramutata in Albergo del Pesce, proprietario Carlo Antonietti di Egro.
In seguito, 52 anni dopo, sul giornale "L'Amico" del 1910 , appare la seguente inserzione:
"Per ritiro da esercizio vendesi Albergo del Pesce, splendida posizione in riva al lago d'Orta. Rivolgersi all'avv. Zanè in Pella".

Frattanto, il 1° giugno 1907, aveva iniziato a funzionare l'Albergo Milano di proprietà di Angelo Cardano, situato a pochi metri di distanza dall'albergo del Pesce. 

Tuttavia le vicende dell'Albergo del Pesce non finirono se, da alcuni documenti, è dimostrato che nell'ottobre del 1940 esisteva l'attività ricettiva con il nome di Albergo Santa Lucia di Giulio Rizzi e Maria Bellosta.


Siamo alla vigilia di una nuova vita per questo storico albergo. Attualmente in ristrutturazione diventerà una moderna e confortevole accoglienza per gli ospiti esigenti e che apprezzano luoghi tranquilli e con panorami straordinari come quelli del lago d'Orta.

giovedì 8 dicembre 2016

Un'antica famiglia Alzese

Grazie alla generosità di una  famiglia Alzese, fu ampliata la piazza di Alzo per consentire di collocare il monumento ai caduti della prima guerra mondiale, inaugurato il 3 settembre 1922.
La donazione di una porzione della proprietà terriera adiacente alla chiesa dedicata a san Giovani Battista, avvenne nel 1921 da parte di Soldi Francesca vedova Gualeja e del figlio Giuseppe, documento ratificato con atto notarile del 1933.
Questa famiglia che, nella società dell’epoca godeva di una posizione di privilegio “economico”, ha contribuito allo sviluppo sociale di Alzo partecipando attivamente alle iniziative tese ad assicurare un maggior benessere alla popolazione.
Famiglia benestante e possidente di terreni ed edifici nonché di una porzione delle cave di Alzo, può annoverare anche avi emigrati in Spagna, precisamente a Barcellona, dove fecero fortuna nel settore della ristorazione e dell’alberghiero come documentato dallo “Stato della Società Italiana di Beneficenza in Barcellona del 31.12.1873” che cita fra i soci anche Maurizio Carlo Gualeja, il bisnonno nato nel 1835.
Il ramo di questa famiglia Gualeja trovò continuità con Cecilia Gualeja che sposò Natale Cesare Verzini di Briallo il cui figlio Carlo intraprese, nel 1938, la professione di imprenditore nel settore della rubinetteria con una fonderia in conchiglia, come risulta dalle ricerche effettuate dal Museo del Rubinetto e della sua Tecnologia.



lunedì 5 dicembre 2016

San Defendente a Ronco Inferiore



Situata in posizione strategica lungo l'antica mulattiera di collegamento tra la Valsesia o la Colma e il lago, testimonia il transito degli artisti che provenivano da quei luoghi e si dirigevano verso l'isola di san Giulio o verso il Sacro Monte d'Orta, come dimostra la chiesa di san Defendente la cui dedicazione ricorda il soldato romano protettore contro la peste.
L'interno, a navata unica, è stato decorato da Paolino Albanesi di Sant'Agata Sopra, coadiuvato da Bergonzoli e Gallotti, dello stesso paese. Le cappelle all'interno dell'edificio propongono San Giuseppe, la Sacra Famiglia, San Sebastiano, la Vergine e Santa Lucia.
Il pannello di rame dell'altare è del 1992 opera del Barberis di Castelletto Ticino.




giovedì 1 dicembre 2016

Pella: ieri e oggi

Anche Pella ha subito la trasformazione urbanistica nel corso dell'ultimo secolo, come documentano le immagini che mettono a confronto  momenti di epoche diverse




 Lungo lago nel centro del paese


Inizio del lungo lago


Verso la parrocchia s. Albino: le vecchie case abbattute e il nuovo assetto urbanistico

lunedì 28 novembre 2016

Alzo. ieri e oggi

Attraverso le immagini, la testimonianza della  trasformazione urbanistica avvenuta nello scorso secolo nella frazione di Alzo.





Panoramica dalla Cave



 Ingresso ad Alzo da sud



Uscita da Alzo verso nord

giovedì 24 novembre 2016

La trasformazione urbanistica di Pella

La piazza Motta a Pella ha subito una notevole trasformazione nel corso degli anni, come è visibile da vecchie immagini rapportate ad oggi.
Il ricordo dei pellesi sulla piazza è legata alle tradizioni delle lavandaie che, dopo avere lavato e sciacquato i panni sulla sponda del lago, stendevano gli stessi sulle corde tirate tra un ippocastano e l'altro, tappezzando di bianco l'intera area.

Di fronte a quello che era il circolo Pellese (ora pizzeria La Piazzetta), era situata una fontana pubblica al servizio della comunità, probabilmente quella stessa fontanella che ora è situata in un angolo all'ingresso della piazza medesima.

Il lungo lago che si diparte lungo la via, all'epoca era delimitato da un muretto che forniva appoggio e sedile per coloro che rimanevano a fare quattro chiacchiere, muretto sostituito da un lungo parapetto in tubolare di ferro, abbellito con vasi di fiori e con un marciapiede sul quale si snocciolano varie panchine per la sosta dei visitatori.






lunedì 21 novembre 2016

La casa del Parroco ad Alzo


L'edificio, che storicamente è l'abitazione destinata al Parroco di Alzo è probabilmente di fine ottocento, situata nel centro paese e di fronte alla parrocchia, attorniata da edifici della stessa epoca o poco più antichi.
Questo bel caseggiato che, nel corso degli anni ha subito dei miglioramenti e aggiunte varie, è stato dimora per molti anni di don Giuseppe Stangalino, il parroco di Alzo dal 1951 al 2006.
Poi con i vari avvicendamenti dei nuovi parroci, in comunione con altre parrocchie, l'edificio è diversamente utilizzato: gli appartamenti del primo e secondo piano per accoglienza di gruppi scout o gruppi religiosi, mentre il salone del piano terra, semi interrato, è invece adibito ad oratorio ed è usato per incontri e conferenze grazie alla disponibilità dell'attuale parroco don Beppe.
Come è cambiata negli anni la struttura di questo edificio? Abbiamo trovato alcune foto degli anni 1940-45 che mettiamo a confronto con quelle scattate in questi giorni per il piacere di ricordare i tempi passati.





giovedì 17 novembre 2016

Trasporto scolastico: segno dei tempi


 A piedi , con la cartella fatta con tela e cucita dalla mamma o, per i più abbienti, con la cartella di cartone come le valigie degli emigranti del '900, si andava a scuola con la stessa allegria e volontà che ancora oggi contraddistingue gli scolari. Almeno in questo nulla è cambiato.
Qualche volta, quando il tragitto era abbastanza lungo, si aveva la fortuna di trovare un passaggio su un mezzo di trasporto alquanto inusuale: il carrettiere del paese che caricava il gruppetto di ragazzini per alleviare la fatica del tragitto, come testimonia la simpatica immagine che abbiamo scovato.

Ora c'è lo scuolabus, con tutte le regole e le norme di sicurezza che disciplina il trasferimento casa-scuola e scuola-casa,; poi ci sono i genitori o i nonni automuniti che vanno sull'uscio della scuola a prelevare gli scolari per evitare che facciano troppa fatica, e li alleggeriscono anche dei griffati zaini per scongiurare lo stress fisico.
In Svezia hanno inventato un nuovo sistema di trasporto: lo scuolabus a pedali, un mezzo che può portare fino a 12 bambini. In tal modo si riduce il traffico e i piccoli utenti si divertono moltissimo.
Ma siamo arrivati al meglio del meglio: scuola senza zaino, nuovi sistemi di apprendimento per formare donne e uomini che saranno i protagonisti della società futura, all'insegna di un mondo migliore ed uguale per tutti.
Il giudizio ai posteri....!