Grazie alla generosità
di una famiglia Alzese, fu ampliata la piazza di Alzo per
consentire di collocare il monumento ai caduti della prima guerra
mondiale, inaugurato il 3 settembre 1922.
La donazione di una porzione della proprietà terriera adiacente alla chiesa dedicata a san Giovani Battista, avvenne nel 1921 da parte di Soldi Francesca vedova Gualeja e del figlio Giuseppe, documento ratificato con atto notarile del 1933.
La donazione di una porzione della proprietà terriera adiacente alla chiesa dedicata a san Giovani Battista, avvenne nel 1921 da parte di Soldi Francesca vedova Gualeja e del figlio Giuseppe, documento ratificato con atto notarile del 1933.
Questa famiglia che,
nella società dell’epoca godeva di una posizione di privilegio
“economico”, ha contribuito allo sviluppo sociale di Alzo
partecipando attivamente alle iniziative tese ad assicurare un
maggior benessere alla popolazione.
Famiglia benestante e
possidente di terreni ed edifici nonché di una porzione delle cave
di Alzo, può annoverare anche avi emigrati in Spagna, precisamente a
Barcellona, dove fecero fortuna nel settore della ristorazione e
dell’alberghiero come documentato dallo “Stato della Società
Italiana di Beneficenza in Barcellona del 31.12.1873” che cita
fra i soci anche Maurizio Carlo Gualeja, il bisnonno nato nel 1835.
Il ramo di questa
famiglia Gualeja trovò continuità con Cecilia Gualeja che sposò
Natale Cesare Verzini di Briallo il cui figlio Carlo intraprese, nel
1938, la professione di imprenditore nel settore della rubinetteria
con una fonderia in conchiglia, come risulta dalle ricerche
effettuate dal Museo del Rubinetto e della sua Tecnologia.
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