La
chiesa di San Filiberto, costruita al di fuori dei confini urbani,
sembra eretta a guardia dell’approdo di Prorio, testimonianza
antichissima di fede cristiana, ed appare
agli occhi del viaggiatore come un anfiteatro, offrendo una veduta
austera e pacata nel silenzio suggestivo del luogo.
La
tradizione vuole che s. Filiberto sia uno dei quattro corpi santi,
inumati accanto a s. Giulio nell'Isola, assieme ad Audenzio, al
successore Elia, al martire Demetrio.
Nella
Novaria Sacra il Bascapè riferisce che il culto per s. Filiberto è
testimoniato nei più antichi libri liturgici della basilica, e nella
visita pastorale all'isola del settembre 1593 aveva fatto annotare
negli atti una preghiera da recitarsi nella festa del santo.
Tuttavia
si era posto il problema di dare un'dentità storica a questo santo
le cui immagini, come abate, erano ancora visibili sulle pareti della
chiesa al tempo in cui egli scriveva.
In
una ricerca abbiamo raccolto una serie di immagini, di cui tre sono riconducibili alla chiesa di Prorio e altre tre si trovano
sull'isola di s. Giulio, oltre a numerose raffigurazioni presenti in
Francia patria d'origine del santo.
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