lunedì 29 dicembre 2014

A Pella: ruvide tele e raffinate sete


casa Maria Ausiliatrice ex filanda (1939)


La filanda di Pella, in precedenza adibita a varie funzioni tra cui quella di fucina, sbianca di tele e segheria, sorse in stabili dati in affitto nel 1769 da Angela Ferrari Zanotti ai fratelli Tonetti di Orta.
La fabbrica finì poi nelle mani di Giovanni Bonasegala di Vigevano che contrasse, prima di morire, un prestito col monastero dell'Assunta di Vigevano.
Nel 1823 lo stabilimento fu affittato a Giuseppe Bellosta e infine, con atto del 18 gennaio 1826, fu venduto all'asta al procuratore Giuseppe Galimberti. Verso la fine degli anni Venti era in piena attività con 11 filatoi di organzino a cui erano addetti 18 uomini e 60 donne.
Raggiunto un risultato qualitativo nel 1855, il Setificio Galimberti prese parte all'Esposizione di Parigi e i suoi prodotti furono premiati con medaglie, un prestigioso riconoscimento "all'industria italiana della seta".
Tuttavia, dopo l'unificazione nazionale, le sorti della seta andarono declinando e fu sempre più difficile per le piccole manifatture rimanere sul mercato.
Per il setificio di Pella, il colpo definitivo fu assestato dal naufragio di una nave che trasportava un prezioso carico di bozzoli provenienti dall'oriente. Inizia così un declino con spiacevoli contestazioni con l'amministrazione comunale.
Nel 1931 l'intero complesso, ormai usato solo in parte come residenza di villeggiatura, fu donato dall'ing. Augusto Galimberti alle suore di Maria Ausiliatrice.


 

Un fornello per bozzoli da seta
 
 

Tipico filatoio medievale per seta


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