martedì 4 ottobre 2016

I piodari di Ronco Inferiore

Nel settecentesco piodaro di Ronco, è contenuto per intero il mestiere dello scalpellino. Da tale piodaro si ricavavano soprattutto lastre e piode utilizzate come tegole per coprire i tetti, impiegate per tutto l'Ottocento.
Lo "spiodare" era l'operazione di distaccare lungo le venature le lastre di pietra, chiamate anche "beole" e, per il trasporto dalla cava al luogo di utilizzo, solitamente venivano impiegate le donne con il carico di lastre impilate sulle "cadole", una sorta di zaino di legno.
Il sistema di posa richiedeva una grande abilità ed era soprannominato "a piuma" poiché le piode, sovrapposte una sull'altra, ricordano la struttura del piumaggio degli uccelli.
Un' iscrizione tombale presso il cimitero di Ronco ricorda l'impresario Giulio Morandi, "colpito da un masso staccatosi dalla montagna" e deceduto nel febbraio 1884 "dopo 23 giorni di atroci spasimi".
Nel luglio 1885, un operaio veneto rimase ucciso ed alcuni suoi colleghi feriti mentre praticavano un foro di mina a Ronco Superiore.
Il commercio delle piode declinò a causa dell'impiego delle tegole meno pesanti e meno costose.



Oggi, contrariamente al passato nel quale la copertura in pietra rispecchiava un'esigenza vitale fortemente legata alle possibilità locali, è considerata quasi un “lusso”. La scelta è sovente legata alle prescrizioni del piano regolatore di determinate zone o nuclei, ove la copertura in piode è obbligatoria per ragioni paesaggistiche, quali gli edifici storici o chiese.

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