lunedì 27 febbraio 2017

La storia siamo noi

Inaugurazione autostrada dei Laghi
La prima autostrada del mondo è stata quella "dei Laghi" che, nel 2015, ha compiuto 90 anni!
Iniziata con il troncone Milano-Lainate (1924), proseguita con i tratti Lainate-Gallarate, Gallarate-Varese, Lainate-Como, è terminata con l'ultimo di 11 km. Gallarate - Sesto Calende inaugurato il 3 settembre 1925. (ora classificata A8/A26).
ispettore motociclista
Il personale consisteva nel cantoniere titolare che abitava la casetta insieme alla famiglia e teneva in deposito i biglietti e ne curava la distribuzione, coadiuvato da un cantoniere in bicicletta, che aveva il compito di polizia del tratto di competenza, e il cantoniere con ispettore motociclista che svolgevano il servizio di controllo e soccorso.
Armando Mazzola con la famiglia
Il casello di Vergiate
Fino al 1946, i casellanti avevano l'obbligo di vestire la divisa aziendale e  salutare militarmente al passaggio di ogni veicoli sia in entrata che in uscita.
Il ricordo di questo evento ci consente di segnalare uno storico casellante del tratto Sesto Calende – Gallarate: il sig. Armando Mazzola di Alzo.

Abbiamo  alcune fotografie d'epoca con la famiglia davanti al casello di sua competenza, casello ormai in disuso ma che ancora si può scorgere percorrendo il nuovo tratto autostradale.

giovedì 23 febbraio 2017

La Corale di Pella

1966 don Colli dirige la corale maschile
La Corale S. Cecilia di Pella è nata nel 1966 per volontà del Parroco-Rettore di allora, don Alessandro Colli, valente musicista, che creò il primo gruppo di voci maschili di giovani e meno giovani, con lo scopo di creare amicizia e occasione di piacevoli incontri con la popolazione.
1980 il coro completo di voci femminili
In seguito il gruppo si arricchì anche di voci femminili: un primo gruppo di donne affiancò il coro maschile e, in seguito, si aggiunsero giovinette appena cresimate che si definirono "Poligono 14".
Augusto Cerottini
Queste nuove entrate, unendosi alle voci maschili, contribuirono a creare un bel coro di successo, tanto che andò a cantare in Vaticano in occasione di convegni nazionali, e poi ancora a Venezia, ad Assisi, e così via.
Il primo Presidente è stato Augusto Cerottini, che fu sindaco di Pella negli anni '60, convinto animatore e sostenitore della corale.
2016 - la corale nel suo 50° anniversario
A distanza di cinquant'anni dalla sua nascita, il gruppo prosegue la sua attività con gli "inossidabili" coristi storici che puntualmente allietano e arricchiscono le cerimonie e ricorrenze annuali di Pella, grazie anche ai vari direttori che si sono susseguiti negli anni la cui eredità oggi è nelle mani del maestro Roberto Pavanello.

Aver festeggiato il traguardo di mezzo secolo di attività è senz'altro il risultato di una vocazione di vecchia data: le cronache raccontano che già nel 1909 esisteva una corale a Pella... ma questa è una storia che racconteremo un'altra volta.





lunedì 20 febbraio 2017

Distributori di benzina ad Alzo



Probabile posizione distributore anni '40 ad Alzo
Sulla strada che attraversa l'abitato di Alzo, ora denominata via Durio ma che a fine ottocento era Via Risorgimento, davanti al negozio di Ricca Bonventura, quasi all'uscita del paese verso Omegna, era disponibile un distributore di carburante per le auto che transitavano sul posto.
Museo di Tradate
Martino Laidelli
Era un distributore a manovella, come da immagine che illustra la tipologia della struttura, mentre il richiamo della sua esistenza era posto in alto come da foto degli anni 1920-30.
Poi il distributore fu spostato all'ingresso di Alzo in una piazzola dove ora è l'ingresso degli uffici della ditta Nicolazzi. La foto, degli anni 1960 circa, testimonia la sua esistenza con il gestore Laidelli Martino.


A Tradate è stato realizzato il "Museo della benzina" che espone decine e decine di vecchie pompe e distributori di carburanti, una collezione singolare e, soprattutto, storica che aiuta a ripercorrere l'evoluzione di queste installazioni divenute vitali ed indispensabili per ciascuno di noi.

giovedì 16 febbraio 2017

Servizio postale a Pella


L'uffiio Postale a Pella
L'ufficio Postale a Pella, costituito nel 1861 con decorrenza 1862, era una dipendenza di Orta san Giulio.
Margherita Pucero
La famiglia Bianchi di Pella, conosciuta come “i Pustitt”, avevano il compito di recarsi a Orta due volte al giorno, con qualsiasi tempo, per consegnare e ritirare la posta in arrivo alla Stazione di Orta-Miasino. Era un servizio che assolvevano Maria e Angela Bianchi.
La stradina per Ronco Sup.
Con la nuova organizzazione delle P.T. la posta di Pella è stata chiusa nel settembre 2015, con un disagio notevole per i cittadini privati di questo importante servizio.
A Ronco, la postina era Margherita Pucero che ha svolto il compito per 40 anni a partire dalla fine della prima guerra mondiale. Andava a piedi a Pella con il gerlo a prendere la posta che poi distribuiva a Ronco Inferiore e a Ronco Superiore, raggiungendo attraverso la mulattiera acciottolata le cascine sparse in tale località e, per non rovinare gli zoccoli, li toglieva anche d'inverno percorrendo a piedi scalzi la strada.
La figlia Gemma ha continuato per i successivi sette anni tale professione.


lunedì 13 febbraio 2017

L'albero del pane


Il castagno è l'albero generoso che da sempre fornisce i frutti tra i più apprezzati nel mondo contadino, tanto da essere indicato come "l'albero del pane"!.
Nella nostra zona le castagne che non venivano consumate subito erano fatte essiccare nelle "lobbie" o solai ben arieggiati oppure in un locale della baita adibito per l’essiccamento: la gra, ben riconoscibile per il caratteristico colore nero delle murature.
L'arte dell'essiccazione è tra le più antiche usate per la conservazione di frutti o carni, e richiedeva la conoscenza di precise tecniche, oltre a disporre di costruzioni adeguate. Si trattava di un locale piuttosto alto diviso a metà da un soppalco formato da un graticcio, da qui il nome gra, sul quale era posto un grosso strato di castagne che raggiungeva 30/40 cm di spessore.
L’essiccamento avveniva con l'accensione di un fuoco al centro della stanza dove si mettevano a bruciare grossi ceppi mescolati alle bucce secche delle castagne dell’anno precedente. Tutto questo provocava una gran quantità di fumo che all’inizio faceva "sudare" le castagne e poi le faceva seccare.
Era una operazione laboriosa in quanto occorreva girare spesso i frutti per non farli seccare troppo.
la gra
Il fuoco doveva funzionare regolarmente e produrre fumo per dare alle castagne il giusto aroma e occorrevano circa 20/30 giorni per farle asciugare bene.
Le finestre erano di dimensioni molto ridotte o inesistenti e il fumo poteva uscire solo dalla porta d'ingresso, perché non vi erano canne fumarie.
Il locale fungeva anche da centro di ritrovo per le persone che, alla sera, si riunivano intorno al focolare per riscaldarsi e scambiarsi racconti.



giovedì 9 febbraio 2017

La Colombaia nel passato. I piccioni: una calamità dei nostri giorni


Tipica colombaia a torre
La torre colombaia è una forma architettonica, utilizzata in diverse epoche per l'allevamento dei colombi. E' una costruzione tipica del paesaggio rurale fin dal medioevo, legata in particolare ai regimi feudali, che si servivano dell'allevamento dei columbidi per diversi scopi, quali l'agricoltura e in particolare la concimazione dei terreni, la caccia, l'alimentazione o per fini di protezione.
Torre quadrangolare
Colombaia ipogea
Tali torri avevano   forma circolare o quadrangolare dove vi erano le cellette per l'allevamento dei volatili. 

Diffuse in tutto il mondo, se ne trovano alcune di particolare pregio architettonico. Il tenere dei colombi
La colombaia dell'ex ospedale Zanotti a Pella
era  un diritto dei feudatari, a cui si aggiunsero altri scopi, come l'utilizzo militare per le comunicazioni, o per il tiro al piccione in ambito sportivo.
Rimane la curiosità di sapere il "perché"  della colombaia che campeggia sull'edificio dell'ex ospedale Zanotti di Pella, struttura già in funzione quando il fabbricato era la più imponente realtà agricola degli Zanotti denominata appunto "Masseria La Granda". 
Oggi  rimane la calamità di questi volatili che, in alcune zone, provocano danni e disagi non trascurabili.

lunedì 6 febbraio 2017

Divertimenti paesani: poveri ma belli!

1945-46 festa del pastorello
Finita la seconda guerra mondiale un nuovo fermento di vita animava gli italiani e così anche ad Alzo c'era voglia di divertimento per esorcizzare i brutti anni appena trascorsi.
1945-46
Diventa tradizione, quindi, il lunedì di Pasqua celebrare la "festa del pastorello". Facendo sfilare pecore, capre e asinelli allevati in paese, i ragazzi si mascheravano da pastori con giubbetti di pelo di pecora, cappellacci e bastoni in mano.
1945-46 la finestra addobbata
Ogni famiglia addobbava una finestra, un balcone o il cancello di casa con fiori e ghirlande per il concorso dell'addobbo più bello.
Un'altra occasione di divertimento era il carnevale con la preparazione dei carri allegorici. Un anno, per ironizzare sulla notizia che a Lagna era arrivato un aereoplano, ne è stato costruito uno portato in giro per il paese su un carretto.
1946-47 un carnevale ironico
Non mancava anche lo spirito di critica benevola detta "carnuin": un personaggio del paese saliva sul muretto che circonda la parrocchia e raccontava, in chiave satirica, tutti gli episodi avvenuti ad Alzo toccando a volte la suscettibilità di qualche cittadino.

Un cabaret tutto paesano, divertente ma tanto ingenuo quanto innocuo.




giovedì 2 febbraio 2017

La ricorrenza di san Giulio sull'isola del lago d'Orta


Isola con la neve - acquerello di O. Piazza
31 Gennaio: con spirito devozionale e mistico si va all’isola, come vuole la tradizione. Il periodo vuole un cielo di un grigio plumbeo sin dal primo mattino. Finissimi aghi di ghiaccio cadono sul terreno: “palisca” si dice in gergo locale.
Alcuni si sono già recati all'Isola di buon'ora, per celebrare il Santo Cusiano. Sono numerosi gli abitanti della sponda occidentale. Man mano che il battello si approssima alla meta, sempre più nitida si fa la sagoma della Basilica.
ingresso allo scurolo

Tra i numerosi volti amici si scende nel luogo più recondito, più amato, la Cripta (Scurol). Il Corpo del Santo riposa nei sacri paramenti, tutt'intorno ardono i ceri. Si intonano i Vespri. Soavi voci all'unisono di Monache Benedettine. Fiori di un rosso intenso accostati al giallo-oro dei piviali dei celebranti sono da sfondo alla sentita cerimonia.
Ogni partecipante avverte dentro di sé un sentimento ineffabile: è il presente che si ricongiunge al passato. In un attimo sono bruciati tutti i secoli che ci separano da esso. Il frenetico ritmo della vita moderna cessa per un istante quasi per incanto. Quel legame atavico tra presente e passato si fa manifesto in tutta la sua purezza.
Le offerte passano all'incanto, mentre il cielo nereggia al tramonto, il freddo è pungente. Un agnello (birìn) viene offerto in un rito senza tempo, animale mansueto, candido e puro come la neve.