giovedì 29 gennaio 2015

La nuova farmacia ad Alzo



L'antica sede farmacia ad Alzo


L'11 settembre 1904 è inaugurata ad Alzo la nuova farmacia gestita dal dottor Giuliano Mazzetti proveniente da Gozzano. L'elegante negozio fu allestito dai fratelli Gattoni di Gozzano.
Una cinquantina di commensali fecero corona alla cerimonia gustando un pranzo preparato dalla Trattoria Alzese di Giuseppe Gualea.
Seguirono "quattro salti" nel salone della Famiglia Alzese dove un valente e stimato proprietario della barba più lunga e di sette graziose bambine, si rivelò un instancabile ballerino.
Al termine della serata seguì uno spettacolo di fuochi d'artificio.
In precedenza esisteva un locale per la distribuzione dei medicinali e la commessa era la signora Pina Ceresa, cognata del dr. Attilio Simonetta (medico locale) in quanto sorella della moglie.

Lo scaffale del farmacista

lunedì 26 gennaio 2015

A Pella arrivano le comodità

 
 
Lavatoio a Pella
 
Il lavatoio pellese venne costruito intorno al 1870 per interessamento del canonico Marinzi, Parroco di Pella, come si legge nel diario di don Giuseppe Annichini che annotava: “... troveranno in bella e capace tettoia-lavatoio le donne pellesi a fare il bucato, quando le tempeste o le piogge impediscono loro di recarsi in riva al lago....”
In quegli anni a Pella veniva svolta al sabato un'altra operazione che aveva anch'essa la spettacolarità di un rito: il lavaggio di via Roma.
Nei pressi del lavatoio, dove arrivava l'acqua del torrente Pellino, veniva azionata una chiusa. Dalla sommità del paese scendeva copiosa l'acqua verso il lago. Le donne che abitavano le case prospicienti la via Roma, armate di scopa e spazzolone si affacciavano alle porte e al passaggio dell'acqua procedevano rapidamente alla pulitura della strada. La discesa dell'acqua lungo la via Roma era preceduta dai bambini che ne annunciavano l'arrivo correndo insieme avanti a gridare “la riva... la riva!”
Questo sistema veniva impiegato anche anche in occasione della caduta della neve, per una sua rapida eliminazione.



La roggia molinaria ormai scomparsa



giovedì 22 gennaio 2015

La “Reale Caserma” dei Carabinieri e le vicende alzesi

La caserma dei Carabinieri costruita nel 1911

èun luminoso giorno di maggio del 1906 per il protagonista della “disastrosa” vicenda che vi raccontiamo: il signor Mazzetti Giuliano chimico farmacista, direttore e proprietario della farmacia in Alzo, quella mattina era a Gozzano per convolare a nozze con Catterina Guidetti. Sennonché si sovvenne di avere lasciato ad Alzo i documenti delle pubblicazioni effettuate e, inforcata una bicicletta, recuperati i documenti, ritornò verso Gozzano ma, all’altezza dell’oratorio della Madonna di Luzzara fu aggredito, pestato e derubato d’ogni suo avere: l’orologio d’oro con catena, Lire 1.500 in contanti, un cofanetto con gioielli che gli aveva affidato una zia per farne dono alla novella sposa, e anelli di cui uno con brillanti che gli fu strappato dal dito con evidenti “morsicature” per poterlo meglio sfilare.
Il fatto suscitò immenso scalpore ed indignazione tra i cittadini della sponda occidentale del lago tanto che si incominciò a reclamare una stazione dei Reali Carabinieri da insediare da questa parte. L’esigenza di tale richiesta era giustificata dal fatto che i Reali Carabinieri di Orta, raramente al completo nell’organico di cinque e molto sovente ridotti a tre, a causa delle “enormi distanze” avevano difficoltà a raggiungere la sponda occidentale del lago. L’altra difficoltà denunciata è la mancanza del telegrafo nel comune di Pella.
Venne costruito un apposito edificio, voluto espressamente da Francesco Fiorentini notabile della frazione di Alzo, e il 16 marzo del 1911 fu inaugurata la stazione dei Reali Carabinieri  per servire i Comuni della sponda occidentale del lago d’Orta firmatari della richiesta.

antica insegna carabinieri ad Alzo



lunedì 19 gennaio 2015

Sciacquar i panni in riva al lago

panni stesi in piazza

Sin dai tempi lontani le donne di Pella in un certo giorno della settimana, di consueto il lunedì, si radunavano in piazza Motta per fare il bucato sulle rive del lago, un rito che consentiva il rapporto sociale fra le stesse che, pur lavando di lena, non si esimevano dallo scambio di battute e notizie varie anche se a volte ci scappava qualche litigio.
I periodi di bucato erano soprattutto la primavera e l'autunno: inginocchiate sulle loro “cassette” lavavano e sciacquavano per ore, dopodiché piegavano la biancheria che adagiavano in capaci recipienti di zinco “zevar”. Ricoprivano il cumulo dei panni con una tela ruvida di grossa trama che aveva le funzioni di filtro “bugor” e sopra questi veniva posata la cenere che poi veniva irrorata con pentoloni di acqua bollente.
Il tutto si lasciava riposare per ore, poi si toglieva il tappo situato alla base dello “zevar”, per lasciare fuoriuscire l'acqua filtrata dalla cenere (l'acqua si chiamava “ranno”) la quale aveva qualità sgrassanti e dava anche un buon profumo di pulito alla biancheria. Dopo un'ulteriore sciacquatura i panni venivano portati a casa per l'asciugatura.
Quando soffiava “l'inverna” il freddo vento che proveniva da sud-est, ossia da Buccione, le donne andavano a lavare sul torrente Pellino che rimaneva più riparato dal vento.
In tempi non lontani,  l'asciugatura dei panni avveniva in piazza Motta: le lenzuola sciorinate al sole e al vento, con l'ausilio di corde tese fra gli alberi, potevano raggiungere il considerevole numero di settanta file. In estate invece i panni venivano posati sulla rampa erbosa (scarpata) e ad intervalli la biancheria veniva bagnata con l'acqua del lago che, con la complicità dei raggi solari, produceva l'effetto sbiancante.

si lava in riva al lago



giovedì 15 gennaio 2015

Il lavatoio pubblico ad Alzo


La targa ricordo (1909)

Opera per davvero assai utile e gradita dagli Alzesi anche ai nostri tempi!
E’ l’ultimo ricordo lasciato da Pietro Durio che concesse l’uso della sorgente di sua proprietà, facendo costruire il lavatoio e incanalando l’acqua per il duplice utilizzo di dare agli Alzesi la possibilità di attingere acqua per le necessità di casa e consentire di lavare i panni in un luogo coperto e adeguatamente costruito per lo scopo.
Come ricorda la targa situata in loco, l’opera fu realizzata e inaugurata il 5 agosto del 1909, epoca in cui pochi avevano l’acqua potabile in casa se non attingendo ai pozzi che qualche abitazione possedeva (l’acquedotto consorziale fu costruito molti decenni dopo). I panni si andavano a lavare in riva al lago con non poco disagio per le donne che dovevano percorrere un buon tratto di strada per raggiungere la sponda situata a valle rispetto all’abitato.
Il lavatoio rappresentava un appuntamento quasi giornaliero per le nostre donne ed era il luogo in cui, tra un “lavar ed uno sciacquar di panni”, si scambiavano notizie, consigli, parole di conforto e di solidarietà, non immuni da qualche pettegolezzo locale che.. insaporiva lo scorrere del tempo.
Nel mese di settembre del 1909 morì Pietro Durio ed il suo nome è ricordato con la intestazione della via principale che Alzo ha dedicato alla memoria di questo illustre cittadino.



Il lavatoio-fontana di Alzo


lunedì 12 gennaio 2015

Crolla la piazza di Pella


 
 
La piazza di Pella in una incisione di Francesco Gonin (1809-1889)

 
L'acqua del lago ha da sempre esercitato una grande attrazione, rappresentando una forza vitale ma, al tempo stesso, distruttiva, con le tempeste, le grandinate e le inondazioni come avvenne in alcune infauste stagioni.
Così capitò nel 1868 quando una parte della piazza a Pella fu inghiottita dal lago, trascinando nell'acqua “un fabbricato semidiroccato inserviente di macina” di proprietà della famiglia Tubi, ed una cappelletta a guardia dell'approdo.
Della macina non si hanno immagini della sua esistenza, mentre della cappelletta esiste una incisione a firma Francesco Gonin che ne fornisce testimonianza.
Il pittore Gonin è noto per avere illustrato con le sue opere il romanzo di Manzoni "I promessi sposi". A Torino invece esiste un gioiello che pochi conoscono: dipinse, nella stazione Porta Nuova, la sala d'attesa destinata alla famiglia reale sabauda.
 
 
Torino stazione Porta Nuova - sala reale affrescata da Gonin
 

giovedì 8 gennaio 2015

Alzo: nasce La Famiglia Alzese

la sede della Famiglia Alzese

Febbraio 1901 nacque l'idea di istituire la Famiglia Alzese: lo si apprende da un diario manoscritto di Francesco Fiorentini, nato ad Alzo nel 1871, figlio di Francesco Fiorentini e di Costanza Durio, che elaborò tale prospettiva passeggiando “sulla Colma”.

Con la partecipazione dei capifamiglia di Alzo, fu promosso un Comitato per racimolare i denari necessari alla costruzione di un fabbricato "con vani ampi ed adatti a tener riunioni, pranzi, divertimenti; ad alloggiare la Società Operaia, la scuola Elementare e l'Insegnante di questa, e qualsiasi altra istituzione benefica che sia per sorgere."

Il 23 marzo 1901 il signor Borionetti Gaetano vendette al signor Fiorentini Francesco una pezza di terreno nella regione detta Ronchi, con lo scopo di costruire un fabbricato destinato a uso Asilo Infantile, per l'importo di Lire seicento e con diritto di passaggio per accedere al fondo superiore.
Il 7 aprile 1901 Fiorentini Francesco emise una "circolare" desinata agli alzesi, che illustrava il progetto, gli scopi, la spesa da sostenere, le proposte per recuperare il denaro necessario e, attraverso la sottoscrizione di azioni, si raccolsero i denari necessari per iniziare l'opera.
Nel maggio 1901 iniziarono i lavori di fondazione del nuovo fabbricato sotto la direzione del geometra Ettore Vanini, il quale aveva allestito un piccolo progettino di massima, che il defunto signor Gino Bedoni, scultore, ingrandì per poterne fare un cliché".


Il 9 marzo 1903 viene inaugurato e messo in funzione l'Asilo Infantile Famiglia Alzese.

Francesco Fiorentini 1871-1922

le azioni emesse nel 1901

lunedì 5 gennaio 2015

Pella e Alzo: il comune unificato

la vecchia sede del comune di Pella

villa Comba nel 1912 prima di diventare sede del Municipio

Nel periodo del “Dipartimento dell'Agogna” Alzo godette di una vita amministrativa separata e autonoma da Pella. Ronco Sopra e Ronco Sotto invece furono aggregati sul finire del 1804 al comune di Isola San Giulio.
L'unione di Alzo e Pella, che divenne il capoluogo del nuovo comune, avvenne durante il riordino amministrativo voluto dai Savoia, tuttavia fino alla metà dell'800 le dinamiche delle due comunità rimasero marcatamente distinte.
Le riforme del periodo albertino e l'introduzione del suffragio conferirono al nuovo comune di Pella, inserito con un altro riordino amministrativo nel 1859 nel mandamento di Orta, un maggior peso politico e un forte rilievo elettorale.
Dal giugno 1928, Pella con Alzo, San Maurizio d'Opaglio e Pogno furono accorpati con la denominazione di "Castelli Cusiani".

i Castelli Cusiani

Finita la seconda guerra mondiale Pella e Alzo presentarono istanza per distaccarsi dai Castelli Cusiani, e il ripristino della situazione precedente la dittatura intervenne senza tener conto della rivendicazione avanzata dai frazionisti di Alzo nel gennaio 1946 di riprendere lo statuto di comune autonomo.
L'8 giugno 1947 furono indette le elezioni amministrazive che diedero a Pella il primo sindaco del dopoguerra: Mauro Zanè.
Nel 1954 fu risolto l'annoso problema della sede municipale con l'acquisto di Villa Emilia a Prorio di proprietà dell'avv. Mario Comba.
il Municipio di Pella oggi



giovedì 1 gennaio 2015

Il Ponte sulla Pellèsina e sul Pellino

 
 
Casa Bionetti sventrata per far passare la strada
 
 
Si deve a Pietro Durio la realizzazione dei ponti sulla Pellèsina e sul Pellino che consentono alla strada in uscita dall'abitato di Alzo di proseguire verso nord.
Pietro Durio era originario di Civiasco, ma Alzo divenne la sua patria d’adozione, accompagnando e sostenendo gli sviluppi del paese, prendendo a cuore la situazione sociale.
Comprese che era fondamentale per il paese non essere relegato al fondo di una strada ma diventare luogo di passaggio e traffici. Da decenni la strada verso nord si arrestava appena oltre il paese. Il progetto di una strada per Cesara e Omegna restava sulla carta perché era troppo impegnativo costruire ponti sulle profonde gole in cui scorrono la Pellèsina e il Pellino.
Pietro Durio sapeva che la situazione si poteva sbloccare solo sostenendo da privato le spese (alla fine gli costerà 84.000 lire di allora). Nei tardi anni settanta promosse i progetti (il primo sarà poi radicalmente modificato).
Nel 1880 anche il ponte sul Pellino – in blocchi di granito, alto 40 metri, lungo 45 - fu terminato. Madrina dell’inaugurazione fu la consorte, Filomena Fiorentini, a cui il ponte venne dedicato. Da allora le comunicazioni verso Omegna, la Valdossola, il nord del Lago Maggiore e la Svizzera ebbero immediato sviluppo.
Nel 1893 venne aperta la nuova strada Alzo- Centonara – Artò.
 
 
Ponte sulla Pellèsina e Plesma (1890)
 
 


Ponte sul Pellino inizio costruzione (1890)
 

 
Ponte sul Pellino ormai terminato (1891)