lunedì 29 dicembre 2014

A Pella: ruvide tele e raffinate sete


casa Maria Ausiliatrice ex filanda (1939)


La filanda di Pella, in precedenza adibita a varie funzioni tra cui quella di fucina, sbianca di tele e segheria, sorse in stabili dati in affitto nel 1769 da Angela Ferrari Zanotti ai fratelli Tonetti di Orta.
La fabbrica finì poi nelle mani di Giovanni Bonasegala di Vigevano che contrasse, prima di morire, un prestito col monastero dell'Assunta di Vigevano.
Nel 1823 lo stabilimento fu affittato a Giuseppe Bellosta e infine, con atto del 18 gennaio 1826, fu venduto all'asta al procuratore Giuseppe Galimberti. Verso la fine degli anni Venti era in piena attività con 11 filatoi di organzino a cui erano addetti 18 uomini e 60 donne.
Raggiunto un risultato qualitativo nel 1855, il Setificio Galimberti prese parte all'Esposizione di Parigi e i suoi prodotti furono premiati con medaglie, un prestigioso riconoscimento "all'industria italiana della seta".
Tuttavia, dopo l'unificazione nazionale, le sorti della seta andarono declinando e fu sempre più difficile per le piccole manifatture rimanere sul mercato.
Per il setificio di Pella, il colpo definitivo fu assestato dal naufragio di una nave che trasportava un prezioso carico di bozzoli provenienti dall'oriente. Inizia così un declino con spiacevoli contestazioni con l'amministrazione comunale.
Nel 1931 l'intero complesso, ormai usato solo in parte come residenza di villeggiatura, fu donato dall'ing. Augusto Galimberti alle suore di Maria Ausiliatrice.


 

Un fornello per bozzoli da seta
 
 

Tipico filatoio medievale per seta


giovedì 25 dicembre 2014

La piazza Fiorentini ad Alzo

La piazza Fiorentini ad Alzo

In un atto dell'11 ottobre 1867 risulta l'acquisto del  terreno sulla piazza di Alzo per dedicare la piazza stessa a "F. Fiorentini 1869". Non è dato sapere quale Fiorentini si volesse celebrare, sebbene questa famiglia abbia avuto un'importanza rilevante nell'economia del borgo per le molte attività e imprese che gestiva e per i numerosi possedimenti sul territorio.

Si può ipotizzare che la data "1869" possa riferirsi a due Francesco Fiorentini: uno, Francesco che indichiamo "senior"  sposato con Nicola Giuliani, era nato nel 1803 e muore nel 1874. L'altro, Francesco junior, sposato con Costanza Durio, nasce ad Alzo nel 1837 e muore nel 1871. In entrambi i casi la dedicazione della piazza avviene quando erano entrambi in vita e, quindi, si può ritenere che sia stato un atto per riconoscere alla famiglia la munificenza elargita alla popolazione alzese.

Francesco Fiorentini junior 1837 - 1871

Francesco Fiorentini senior 1803-1874


lunedì 22 dicembre 2014

La frazione Ronco annessa al comune di Pella

Ronco vista dal lago


Con decreto ministeriale del 30 aprile 1960 la frazione di Ronco viene affidata alle cure amministrative di Pella, anche se già nel 1947 il vescovo Leone Ossola aveva unito la frazione alla parrocchia di Pella. Lo ricorda una lapide murata nella “Piazza dell’Unione”: il 16 ottobre 1960 il Sindaco di Orta, Avv. Gabriele Galli, consegnava le simboliche chiavi al Sindaco di Pella, Sig. Augusto Cerottini, presenti l’Ing. De Maio, il Sottosegretario agli Interni, il Prefetto Salerno, il Dott. Stucchi della Provincia, l’On. Scalfaro, che s’era prodigato per la realizzazione.

Il programma della celebrazione per l’annessione della frazione Ronco al comune di Pella prevedeva:
ore 14 partenza da Pella via lago con motoscafo o battello.
Ore 14,30 arrivo a Ronco, ricevimento autorità, scoprimento e benedizione lapide commemorativa, omaggio al monumento dei Caduti per la patria con posa di corona di alloro, inaugurazione piazza dell’Unione.

Prestava servizio il Corpo Musicale Pellese e il rinfresco fu offerto dalla popolazione.
cascine a Ronco

una cappella sulla strada per la chiesa di Ronco

giovedì 18 dicembre 2014

E da Alzo non partirono più i treni a vapore...

Il ponticello in località Bocc

La stazione a righe bianche e rosse


Alle vicende descritte nei documenti ufficiali, si aggiungono le memorie e le poche tracce raccolte dalla voce di chi ha vissuto quella stagione.
È particolarmente importante la testimonianza del signor Andrea Guidotti sull’aspetto esteriore delle stazioni della ferrovia Gozzano – Alzo: l’intonaco era a strisce bianco-rosso ed ancora oggi si può vedere sull’edificio della stazione di San Maurizio d’Opaglio, ora adibita a civile abitazione. L’arrivo del treno (i cui orari non erano mai precisi) veniva preannunciato con uno scampanellìo per avvisare i probabili viaggiatori che era ora di appressarsi alla stazione, nonché chi ne aveva necessità, di andare a spedire o ritirare pacchi o merci varie.
Non bisogna dimenticare che questi erano paesi con numerosi emigranti. Era assai importante per il servizio postale locale che si avvaleva della ferrovia; l’intera comunità attendeva l’arrivo del treno specie nel periodo della Grande Guerra, quando ogni famiglia annoverava qualche congiunto lontano da casa perché al fronte o prigioniero.
Negli anni 1920-22 il fuochista della locomotiva Alzo (il nome indicava il modello del locomotore fabbricato in Germania, modello in funzione anche per altri percorsi ferroviari), era Attilio Balaustra, abitante nella frazione Pianelli, mentre il macchinista era Polci di Pogno.
La figlia del Balaustra ricorda che una volta il padre non fermò il treno alla stazione di San Maurizio perché era in ritardo sull’orario e non poteva mancare la coincidenza a Gozzano con il treno che transitava da Novara per Omegna.
Non era raro che, per mancanza di potenza del locomotore a causa del dislivello esistente nei pressi della località Pianelli, i vagoni carichi di massi di granito venissero sganciati ed abbandonati sui binari per essere poi ripresi (con comodo!) in un secondo tempo. Altre volte, mancando il carbone, i viaggiatori erano invitati a scendere e raccogliere le canne di granoturco nei campi per far ripartire il treno.
La natura stessa, aiutata dalla mano dell’uomo, ha ormai cancellato le tracce di una vicenda così sofferta. Pochi segni sono rimasti: un ponticello nascosto dai rovi, un breve tratto di binari non divelti, un intonaco a righe bianco-rosso, un vecchio quadro con gli orari del treno…

Bibliografia: Documenti dall’archivio storico dell’Associazione Culturale Famiglia Alzese.


Un particolare della stazione di San Maurizio

Un cippo SF - strada ferrata


lunedì 15 dicembre 2014

Monte San Giulio, una frazione di Pella

 
 
La chiesa di Monte San Giulio dedicata a San Giuseppe
 
 
 
La piccola frazione di Monte San Giulio situata nel punto più alto sulla mulattiera che portava verso la Colma di Cesara, sembra dominare con la sua presenza l'intero territorio pellese.
Distante dal capoluogo comunale circa un chilometro, a 446 metri s.l.m., conta un pugno di abitanti che hanno il privilegio di una incomparabile visione panoramica del lago d'Orta sottostante.
Nel tardo Seicento questa frazione si dotò di un oratorio dedicato a san Giuseppe, di cui gli abitanti sono attenti e devoti custodi.
 
 
 
La fontana pubblica a Monte San Giulio
 

giovedì 11 dicembre 2014

L'oratorio di San Giulio in Frazione Ronco Sopra

l'oratorio di San Giulio a Ronco Sopra

Nascosta nella pace del bosco della piccola frazione di Ronco Sopra è la chiesetta di san Giulio o della Natività di Maria Santissima.
ècomposta da tre corpi di epoche diverse anche se l'immagine generale deriva dagli interventi di età barocca: il corpo più antico, la navata, è basso e di dimensioni contenute; del Seicento è il portico d'ingresso (su una finestrella è riportata la data 1677); del Settecento la zona absidale, che ha probabilmente sostituito l'abside originale semicircolare, con un piccolo campanile, con data 1761.
Notevoli sono gli affreschi che decorano le pareti, realizzati tra il tardo secolo XV e l'inizio del secolo XVII, come segnalato nel 1987 da Casimiro Debiaggi.

Sono molto probabilmente opera della scuola del Cagnoli, da Tommaso ai figli, specie Francesco.

affreschi all'interno dell'oratorio

una testimonianza cronologica

martedì 9 dicembre 2014

La chiesa di San Defendente nella frazione di Ronco Sotto


la chiesa di Ronco Sotto

La chiesa di san Defendente a Ronco Inferiore è situata in posizione strategica dove iniziava l'antica mulattiera di collegamento tra il lago e la Valsesia. Testimonia il transito degli artisti che provenivano da quei luoghi e si dirigevano verso l'isola di san Giulio o verso il Sacro Monte d'Orta.
La dedicazione ricorda il soldato romano martire Defendente che aveva militato nella famosa Legione Tebea guidata da San Maurizio, ed era considerato  protettore contro la peste, i lupi e gli incendi.
L'interno, a navata unica, è decorato da Paolino Albanesi di Sant'Agata Sopra, coadiuvato da Bergonzoli e Gallotti, dello stesso paese. Le cappelle all'interno dell'edificio propongono San Giuseppe, la Sacra Famiglia, San Sebastiano, la Vergine e Santa Lucia.
Il pannello di rame dell'altare è del 1992 opera del Barberis di Castelletto Ticino.

San Defendente

una stradina di Ronco Sotto



giovedì 4 dicembre 2014

La chiusura della ferrovia Gozzano – Alzo




Stazione di Gozzano divisa da casellante (1914)


Il servizio ferroviario si rivelò una continua perdita anche a causa  della inattività delle cave.
I Sindaci dei paesi attorno decisero di stanziare un contributo per il proseguimento del servizio e gli industriali si riservarono di sentire quali fossero le richieste per la cessione della Ferrovia.
Ma il reale interesse della Società Cusiana continuava probabilmente ad essere quello di liberarsi della ferrovia, affinché questa non intralciasse il progetto dell’autoservizio. Così aveva già iniziato a prendere accordi per la vendita del materiale rotabile e anche dei binari. Una petizione degli abitanti del lago, giunta al Ministero dell’Interno, fece muovere la Prefettura di Novara, che bloccò immediatamente ogni trattativa. E questo fu un nuovo colpo per la Società Cusiana.
Si susseguirono incontri e trattative anche con l'intervento di personaggio politici dell'epoca (l’ing. Pestalozza, il deputato Curioni, il prefetto di Novara), ma il risultato fu che il 15 giugno 1922 la Società Cusiana chiuse il servizio sulla Gozzano – Alzo e, memore degli avvenimenti passati, diede immediatamente ordine di smantellare i binari e vendere gli immobili.
La gente si ribellò, bloccò i lavori di disarmo per ben due volte e, verso la fine di luglio, un lungo corteo di persone percorse i binari da Alzo fino a Gozzano, dove fu bloccato il treno che sopraggiungeva diretto a Novara. I discorsi tenuti dal dott. Ruffoni e dall’ing. Peverelli, stando ai giornali dell’epoca, suscitarono l’approvazione di tutti, anche dei viaggiatori e del personale ferroviario.
Un Comitato acquirente offrì L. 550.000 per l’acquisto della ferrovia, ma la Società Cusiana non voleva scendere sotto le 600.000. Mentre si cercavano le 50.000 lire per soddisfare la richiesta, gli accordi per la vendita dei singoli fabbricati e delle rotaie furono perfezionati.
Per la Gozzano – Alzo era la fine.

Fonte: Documenti dall’archivio storico dell’Associazione Culturale Famiglia Alzese.



Casellante stazione Berzonno (1914)

Casellante stazione Cremosina (1914)
 
 

lunedì 1 dicembre 2014

Le suore dell'Ospedale Albini-Zanotti a Pella




Suor Gaspara
Nel 1893 nel neo-ospedale Albini Zanotti arrivano le prime cinque suore del Cottolengo: Suor Gaspara (che sarà l'assistente per 57 anni, da tutti chiamata la Mamma dei Pellesi e morirà a Torino nel 1950 in concetto di santità), Suor Maria della S. Sindone, Suor Maria degli Angeli, Suor Fruttuosa, Suor Alipia.
Fondato l'Ospedale alla casa masserizia Zanotti, mancava una strada vera e propria, e mancava la casa per il Medico che doveva prestare servizio  all'ospedale.
Il buon rettore Marinzi, permutando, trafficando, agitandosi, apre la nuova strada (a lui dedicata e poi mutata dall'aministrazione comunale in via Gaetano Zanotti), allargando le "Strette" ad un nuovo respiro, e fece sorgere una civettuola casa per il Medico. Il dottor Manini fu il primo a prenderne possesso, sostituito alla sua morte dal dottor Vallenzasca.
La casa del medico oggi

giovedì 27 novembre 2014

L'ospedale Albini-Zanotti a Pella


l'ospedale Albini-Zanotti attualmente

Dopo la lettura del testamento di Luigia Albini Zanotti, si attuò la realizzazione dell'ospedale a Pella che venne inaugurato nel 1891. Il primo sanitario fu il dr. Callisto Manini, già medico condotto dal 1883. Lo stesso muore nel 1899 e verrà sostituito dal dottor Vallenzasca.
Quando si aprì l'ospedale, il rettore Marinzi pensò che fosse necessario per le suore e per i degenti, disporre di acqua corrente: così fece incanalare dal bosco a fianco dell'allora cartiera Sonzogno, per avere una buona fontana. Forse fu questo il primo acquedotto a Pella.

La lapide murata sotto il porticato e, purtroppo senza data, dice:

A LUIGIA ZANOTTI NATA ALBINI
CHE QUESTO OSPEDALE
FONDAVA E DONAVA COMPIENDO
ULTIMA SUPERSTITE DELLA CASA
IL DESIDERIO DEL MARITO GIUSEPPE
E DEL COGNATO SAC. CAN. GAETANO

RICONOSCENZA ETERNA

la bella fontana dell'ospedale



servizi igienici pensili

lunedì 24 novembre 2014

L'ippocastano abbattuto


2004 - l'ippocastano prima di essere abbattuto
Era un maestoso albero di ippocastano che sovrastava la piazza panoramica di Alzo, sotto i quale d'estate volentieri si sostava a chiacchierare e a riposare.
L'albero, che aveva raggiunto un'altezza di 36 metri ed era visibile dall'altra sponda del lago, era secolare: nel 1907 risulta che furono spese ben Lire 10,00 per effettuare la concimazione, somma pagata da Pietro Durio.
Purtroppo fu detto che era malato e, quindi, decretato il suo abbattimento. L'albero fu abbattuto nell'aprile del 2004 con un gran impiego di mezzi .

Al suo posto  un nuovo arbusto è stato piantato subito dopo, ma ha avuto breve vita poiché si è rivelato malato. In attesa di una più dignitosa sistemazione, oggi la piazza si presenta arredata da una semplice aiuola.
2004 - l'albero abbattuto


il nuovo castagno

giovedì 20 novembre 2014

Lo stemma del comune di Pella

 
L'antico stemma del comune di Pella


Lo stemma ed il gonfalone degli enti territoriali sono emblemi civici che godono di tutela giuridica da parte dello Stato, regolato dalle norme di legge.
"D'azzurro, al coniglio d'argento rivolto, fermo sulla campagna ed accostato da due fiumi solcanti la stessa, il tutto al naturale; il coniglio attraversante su una montagna di verde, accostata da due monti più bassi, il tutto pure al naturale, e accompagnato in capo dal motto TIMIDUS IN MEDIO FLUMINUM in lettere romane di nero."
Questa è la descrizione dello stemma, dipinto su tela, apparentemente risalente al XIX sec. ma forse copia di uno stemma della prima metà del XVII sec., come sembrerebbe dallo stile della targa che racchiude lo stemma.
Gli abitanti di Pella erano soprannominati conigli: i due fiumi alludono ai torrenti Pellino e Pellèsina, che spesso provocavano disastrose inondazioni, terrorizzando gli abitanti di Pella, così assimilati a tremebondi conigli stretti tra due pericolosi corsi d’acqua.

Il comune di Pella ha avuto, con DPR del 10.9.1982, la concessione di uno stemma civico, completamente diverso da quello storico.
 
 
 
L'attuale stemma in uso

 

lunedì 17 novembre 2014

Il declino della Ferrovia Gozzano - Alzo

 
 
La ferrovia sotto le cave di Alzo
 
 
Il progetto della linea ferroviaria, che prevedeva il trasporto medio giornaliero di circa 200 persone, fu disatteso dalla realtà. Gli scalpellini che lavoravano nelle cave non utilizzavano il treno. Questo per vari motivi. Innanzitutto gli orari non erano compatibili con quelli di lavoro. Inoltre la maggior parte degli operai viveva relativamente vicina ad Alzo pertanto preferiva muoversi a piedi piuttosto che sostenere i costi del biglietto.
Rimaneva pertanto negli utili solo la movimentazione delle merci, in particolare il granito e la carta prodotta dalla cartiera Sonzogno. La carenza di vagoni obbligava però la ferrovia a noleggiare altri carri con un ulteriore, seppure leggero, aumento dei costi.
La concessione per il trasporto pubblico scadeva il 15 giugno 1906, ma già il 6 maggio presso il salone della Famiglia Alzese, è indetta un’adunanza per deliberare riguardo alla ferrovia e in particolare, a conferma di quanto detto, circa l’orario dei treni. In un avviso pubblicato su L’Amico dell’11 agosto 1906, l’avv. Razzetti preannunciava la sospensione del pubblico servizio a partire dal 15 agosto, in quanto il Governo non intendeva concedere ulteriormente l’indennità per il trasporto dei passeggeri e della posta.
Intanto il servizio pubblico veniva affidato alla corriera del signor Bassi,il quale però si lamentava del misero importo della sovvenzione ottenuta.
Nel 1909, grazie a un Decreto Legge, il servizio riprese con entusiasmo. La locomotiva Alzo, il carro senza sponde e la carrozza passeggeri, unici rotabili in possesso della ferrovia, cominciavano tuttavia a sentire il peso degli anni. Anche le rotaie erano da cambiare, ma i fondi mancavano e già nel 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale, si intravvedeva una nuova crisi.
Nel 1917 venne costituita la Società Ferroviaria Cusiana per trasporti e costruzioni, con sede a Milano presso il Banco S. Giorgio, il cui obiettivo era quello di creare una rete di autoservizi che coprisse un’ampia zona che andava da Gozzano a Borgomanero, Borgosesia, Arona, Orta, Omegna, Alzo e Pella. Il progetto era ambizioso, ma la Società sapeva che il Governo non poteva appoggiare una concessione per un percorso già servito dalla ferrovia, pertanto si adoperò per poterla sopprimere, probabilmente pensando di coprire le spese per l’acquisto degli automezzi con i soldi ricavati dalla vendita dei fabbricati e dei terreni.
Ma la Società Cusiana non immaginava minimamente quanto gli abitanti della Riviera fossero affezionati alla loro ferrovia: il 13 giugno 1918 si tenne un’adunanza dei Sindaci della sponda occidentale, i quali si dissero unanimamente contrari al progetto di sostituzione del treno con un autoservizio, che secondo loro non poteva surrogare validamente il mezzo ferroviario. La mozione venne portata al Consiglio Provinciale e per la Società Cusiana il colpo fu duro da assorbire.


(Bibliografia:
F. Ogliari, La navigazione sui laghi italiani – i laghi minori – Orta – Trasimeno – Bolsena – Bracciano. Cavallatto Editori, Milano, 1988.
Documenti dall’archivio storico dell’Associazione Culturale Famiglia Alzese.)
 
 
 
La locomotiva "Alzo"

 

giovedì 13 novembre 2014

La famiglia Zanotti di Pella

Portone casa nobilizia, Pella
La famiglia Zanotti appare già ai primi del XVII secolo in posizione notabile ed economicamente agiata, ed era indubbiamente la famiglia più benestante in Pella.
Nel 1735, per concessione del Papa Clemente XII a don Giovanni Battista Zanotti, canonico di San Giulio e al fratello Giuseppe, ebbe il privilegio, normalmente riservato alle famiglie nobili, dell'oratorio privato nella casa presso la parrocchiale.
In questo oratorio il 1° ottobre 1772 – omesse le pubblicazioni, altro privilegio – Margherita Clara, figlia del giureconsulto Gaetano Zanotti, si sposò con Giovanni Battista di Giorgio Bonola di Corconio.
giardino palazzo Zanotti
L'importanza della famiglia era anche rappresentata dallo splendore della residenza: i due palazzi Zanotti a Pella testimoniano del rango della casata e sono tra le case signorili più antiche del paese. In particolare, il palazzo presso il lago ha un tono decisamente aristocratico, col porticato seicentesco, il bel cortile concluso dal cancello che dà nel giardino e la bella edicola barocca.
Fra i vari possedimenti di terreni e fabbricati si annoverano: il mulino, forse più poderoso dei quattro esistenti all'epoca, situato al centro del paese; la "Masseria" più consistente e vasta denominata "La Granda"; una torneria per la lavorazione del legno che sorgeva sulla riva sinistra del Pellino, davanti alla Casa della Carta.


decorazione della cappella privata
Nel corso dell’Ottocento si ebbe la separazione dei due rami della famiglia: Zanotti - Albini e Zanotti - Tubi.
Giacomo Filippo Zanotti (? -1865) sposò nel 1815 Rosa Tubi (1791 – 1871) di Oleggio dando vita al ramo dei Zanotti - Tubi. Giuseppe Zanotti (1816 - 1865), fratello di Don Gaetano, prese in moglie Luigia Albini di Vigevano, sposandola nel 1852 nella cappella di famiglia sita nel palazzo Zanotti.

Con la morte di Luigia Albini - Zanotti, avvenuta nel 1888, si estinse il casato Zanotti, che lasciò in Pella due importanti istituzioni: l'Asilo Infantile Sorelle Tubi e l'Ospedale Albini-Zanotti.
palazzo Gaetano Zanotti



lunedì 10 novembre 2014

L'energia elettrica ad Alzo

la centrale elettrica Piscia sotto il ponte del Pellino

Nel 1891 era già attivo uno stabilimento per la produzione di energia elettrica da parte della società “F. Piscia & C.”  La forza idraulica era ricavata dalle acque del Pellino mediante un canale della lunghezza di un chilometro con un salto di 76 metri per sviluppare una forza di 200 cavalli.
Fino al 1905 l'illuminazione pubblica avveniva mediante impianto di Gas Acetilene. L’ing. Piscia della Soc. Elettrica del Pellino propose di “regalare” una lampadina pubblica ad Alzo, in cambio dell’autorizzazione a palificare alcuni terreni per la linea elettrica necessaria per raggiungere a Borgomanero la sede della Soc. Dinamo. In consiglio si discusse sull'opportunità di accettare l'offerta, favorendo la chiesa parrocchiale con l'installazione della lampadina. Ma l'allora parroco di  Alzo inorridì al pensiero di far posizionare la lampadina davanti alla chiesa asserendo di non volere  “tali diavolerie”.
A questo punto il geom. Ettore Vanini si offrì di far piazzare la famigerata lampadina davanti alla propria villa, per buona pace di tutti e permettendo in tal modo al progresso di… avanzare!
Alla Famiglia Alzese spetta il vanto dell’iniziativa della prima lampadina sulla pubblica via, ed il merito di aver esperite le pratiche per la lampadina pubblica presso la Villa Vanini e  quella sul bivio della strada per la Stazione”. (n.d.r.: la stazione di Alzo, ovviamente). In seguito realizzò l’impianto elettrico con la luce sia per il salone sia per l’alloggio delle maestre. 

1895 - macchina della centrale


giovedì 6 novembre 2014

La parrocchia di S.Albino a Pella

La data sull'architrave della porta d' ingresso
 
 
 
Sopra l'architrave in granito  della  porta di ingresso (del 1936) della parrocchiale di Pella, c’è una targa in cui è riportata la data del 1591. La chiesa, dedicata a S. Albino di Angers, risulta citata per la prima volta il 3 agosto 1422 nel testamento della milanese Clara de Maynerij, abitante ad Orta.
Sebbene la chiesa medievale sia stata distrutta, è possibile farsi un'idea approssimativa della sua forma attraverso le annotazione a seguito della visita del vescovo Cesare Speciano del 27 agosto 1585.
Il vescovo dispose una ricostruzione della chiesa che nel 1590 non era ancora stata avviata. Così si ordinò di provvedere alla ricostruzione entro tre mesi altrimenti le porte sarebbero state chiuse e la popolazione avrebbe dovuto recarsi a sentire messa alla chiesa di S. Filiberto a Prorio. La quale, peraltro era anch’essa tutt'altro che in condizioni dignitose.
Nel 1593 si ordinò che il campanile fosse “incalcinato di fuori”, mentre nel 1617 si lamentava l'indecorosa sporcizia della porta d'ingresso, che doveva essere ripulita e tenuta ben chiusa.

La chiesa venne consacrata dal Bascapè il 1° settembre 1607 e la memoria della dedicazione è fissata per la prima domenica di settembre. La parrocchia di Pella si era costituita nel 1568 affrancandosi dalla dipendenza da S. Filiberto.
La chiesa di S. Albino preesistente venne sistemata certo in occasione dell'assegnazione del diritto parrocchiale; in questa ottica si deve leggere la consacrazione fatta dal Bascapè, non perché la chiesa ne fosse priva, ma come atto di solenne riconoscimento della nuova dignità acquisita.
 
 
 
 
S. Albino nel 1912
 

lunedì 3 novembre 2014

I battelli a vapore sul lago d'Orta


 

Passeggeri salgono sul Mergozzolo
 
 
 
I due battelli a vapore – Cusio e Mergozzolo – iniziano la navigazione sul lago d'Ora nel 1878.
Dall'agosto del 1880, l'impresa di navigazione Boggiani istituì corse di andata e ritorno da Pella a Orta e da Orta a Omegna nei giorni di mercoledì e giovedì dove si tenevano i rispettivi mercati settimanali.
 

 
 
Il battello Cusio




Il battello Mergozzolo


 
 
 
 



 

giovedì 30 ottobre 2014

Il ponte sul Pellino

il ponte sul Pellino
Dal piazzale antistante la chiesa Parrocchiale di Pella (S. Albino), si accede all'antico ponte sul fiume Pellino. Si tratta di un ponte a schiena d'asino che reca la data 1578 e l'iscrizione " Magrioha-ninusde rugis fecit", sul cui significato si sono azzardate varie interpretazioni senza fornire certezze.

Nel passato il ponte serviva da collegamento con il vicino cimitero di San Rocco: vi transitavano i cortei funebri che accompagnavano i defunti trasportati a spalla.

1578 L'iscrizione misteriosa

lunedì 27 ottobre 2014

Quando da Alzo partivano i treni a vapore

Come mai ad Alzo una ferrovia con tanto di treno?
Con  l’apertura delle cave di granito, sorse la necessità di sviluppare un sistema di trasporto efficace per il granito. La rete stradale all’epoca era decisamente poco sviluppata e il mezzo di trasporto più moderno era senz’altro la ferrovia, ma le stazioni più vicine erano ad Arona e a Novara.
La società per l’esercizio delle cave di Alzo, nata il 22 settembre 1858 e della quale erano azionisti il parroco don Giulio Ratti di Milano, Cesare Scardini di Pavia, Defendente Vannini (o Vanini) di Milano e Charles Galland di Gozzano, commissionò il progetto per una strada ferrata a cavalli per collegare Alzo con la città di  Novara. Il progetto, affidato agli ingegneri Villier, Sanchey e Nobili De Toma, venne consegnato il 2 marzo 1859. Le stazioni erano sette, poste lungo 43 chilometri complessivi di binario: Novara, Caltignaga, Momo, Borgomanero, Gozzano, Baraggia.

1890ca. costruzione rete ferroviaria di Alzo

Gli ingegneri tennero conto, nel progetto, del fatto che i cavalli non sono in grado di sviluppare grosse potenze, pertanto studiarono un tracciato pianeggiante: era previsto tra Gozzano e Alzo, un rettilineo livellato che attraversava la Baraggia in rilevato, opera molto costosa ma ritenuta indispensabile per consentire ai cavalli di trainare i carri col granito.

Con Regio Decreto n. 719 del 9 aprile 1882 si approvò la costruzione della Ferrovia Gozzano – Alzo. La costruzione fu affidata alla ditta Zanotti & C., il cui proprietario era l’avv. Luigi Razzetti di Parma. L’esercizio iniziò il 17 giugno 1886.

La linea, lunga 7,6 km., serviva le stazioni di Gozzano, Gozzano-Fermata, Cremosina, Pogno-Berzonno, San Maurizio d’Opaglio e Alzo. Il viaggio durava 32 minuti alla folle velocità di 15 km/h! I primi anni di esercizio della ferrovia furono senza dubbio i migliori: si trasportvaa il granito delle cave, le materie prime e lavorati della Cartiera Sonzogno di Pella, i legnami e le merci paesane e, in base ad una convenzione ventennale con lo Stato, anche i passeggeri.

Mappa ferroviaria Gozzano-Alzo

Per approfondire:
F. Ogliari, La navigazione sui laghi italiani – i laghi minori – Orta – Trasimeno – Bolsena – Bracciano, Cavallatto Editori, Milano, 1988.


Documenti dall’archivio storico dell’Associazione Culturale Famiglia Alzese