L'esposizione
del dr. Andrea Del Duca tenutasi ad Alzo il 18 ottobre 2016, ha
evidenziato alcuni aspetti della storia medievale dell'area cusiana
con particolare rilievo su alcune figure leggendarie molto celebri a
quell'epoca e particolarmente interessanti per il nostro territorio:
San Giulio, San Maurizio e la Legione Tebea.
Sintetizziamo
due particolarità riferite ai due santi.
Sulla
"leggenda" di san Giulio
che, per raggiungere l'isola dalla terra ferma, gettò il suo mantello sull'acqua e navigò verso il periglioso luogo, è interessante l'ipotesi del dr. Del Duca sulla natura del mantello che, secondo l'uso dell'epoca dei pellegrini e viandanti, poteva essere di cuoio allo scopo di proteggersi dalla pioggia.
che, per raggiungere l'isola dalla terra ferma, gettò il suo mantello sull'acqua e navigò verso il periglioso luogo, è interessante l'ipotesi del dr. Del Duca sulla natura del mantello che, secondo l'uso dell'epoca dei pellegrini e viandanti, poteva essere di cuoio allo scopo di proteggersi dalla pioggia.
Poichè
varie popolazioni hanno adottato imbarcazioni costruite con pelli
d'animali (e tuttora in Inghilterra esiste nel Galles l'uso di
"barchette" fatte di cuoio che chiamano coracle), non è
del tutto fantasioso fare un simile rapporto tra leggenda e realtà.
E
san Maurizio fu il primo obiettore di coscienza della storia? Analizzando
i fatti storici lo si potrebbe considerare tale.
Faceva
parte della legione Tebana attorno al 286 d.C. in Gallia (odierna
Saint Maurice nel cantone Vallese) per reprimere una delle varie
rivolte dei Galli Bagaudi.
Per
farla breve, gli fu ordinato da Massimiano Erculeo, coimperatore di
Diocleziano, di distruggere alcuni villaggi del Vallese convertiti al
cristianesimo. Maurizio, con altri ufficiali insieme ai centurioni e
legionari, si rifiutarono di adempiere agli ordini dichiarandosi loro
stessi cristiani. All'ordine di una prima decimazione (soldati che dovevano
uccidere i loro stessi compagni uno ogni dieci), si rifiutò e Massimiano chiamò soldati di altre legioni e fece trucidare
i seimila seicento uomini della legione Tebea.
Questo
sacrificio, oltre ad arricchire il calendario del martirologio
romano, ha aperto il cammino ad altre chiese orientali, tra cui
quella Copta, che venerano i martiri della legione Tebea.
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