giovedì 2 febbraio 2017

La ricorrenza di san Giulio sull'isola del lago d'Orta


Isola con la neve - acquerello di O. Piazza
31 Gennaio: con spirito devozionale e mistico si va all’isola, come vuole la tradizione. Il periodo vuole un cielo di un grigio plumbeo sin dal primo mattino. Finissimi aghi di ghiaccio cadono sul terreno: “palisca” si dice in gergo locale.
Alcuni si sono già recati all'Isola di buon'ora, per celebrare il Santo Cusiano. Sono numerosi gli abitanti della sponda occidentale. Man mano che il battello si approssima alla meta, sempre più nitida si fa la sagoma della Basilica.
ingresso allo scurolo

Tra i numerosi volti amici si scende nel luogo più recondito, più amato, la Cripta (Scurol). Il Corpo del Santo riposa nei sacri paramenti, tutt'intorno ardono i ceri. Si intonano i Vespri. Soavi voci all'unisono di Monache Benedettine. Fiori di un rosso intenso accostati al giallo-oro dei piviali dei celebranti sono da sfondo alla sentita cerimonia.
Ogni partecipante avverte dentro di sé un sentimento ineffabile: è il presente che si ricongiunge al passato. In un attimo sono bruciati tutti i secoli che ci separano da esso. Il frenetico ritmo della vita moderna cessa per un istante quasi per incanto. Quel legame atavico tra presente e passato si fa manifesto in tutta la sua purezza.
Le offerte passano all'incanto, mentre il cielo nereggia al tramonto, il freddo è pungente. Un agnello (birìn) viene offerto in un rito senza tempo, animale mansueto, candido e puro come la neve. 

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