lunedì 8 giugno 2015

La cooperativa di consumo a Pella

 
 
 
Inserzione d'epoca della Cooperativa pellese
 
 
Dopo la costituzione del Circolo Operaio Pellese, il 4 marzo del 1906 apriva i battenti la "Società Anonima Cooperativa di Consumo" con rogito del notaio Augusto Gaetano Bonomi.
L'iscrizione era aperta a tutti con il versamento di una tassa di Lire 3 e con la sottoscrizione di contribuzioni fruttifere di Lire 5 cadauna.
Fu immediatamente esposto e divulgato un avviso di concorso per la nomina di un magazziniere, che dove rispondere a precisi requisiti, come quello di saper fare il pane, oltre al versamento di Lire Mille a titolo cauzionale.
Il primo magazziniere fu un certo Martino, figlioccio del rettore Marinzi.
La Cooperativa rappresentò un vero progresso: sul suo tavolone, in mostra, le forme di pane da 3/4 di "mistura" (confezionati con metà farina di biada e metà di granoturco), allineate in bell'ordine, con a fianco i cartocci contenenti un etto di lardo. Al mattino di buon’ora, in fila indiana, gli scalpellini (allora rappresentavano quasi la metà dei lavoratori maschili) infilavano nella sacca a tracolla un pane fresco ed un cartoccio di lardo. L'acqua della fontanina della “pradera” avrebbe completato il pasto delle ore 12, quando il corno della cava spezzava a metà le pesanti undici ore e mezza del normale orario di lavoro.
Il “progresso” consisteva allora nel pane fresco ogni mattina e non più quello di quindici giorni, fatto in casa!

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