lunedì 1 giugno 2015

1906: muore il rettore Marinzi

il dottore Don Martino Marinzi (1826-1906)
Don Martino Marinzi proveniva da Borgomanero; tipo assai complesso: artista, diplomatico, tutto progetti ed attività, riuscì a conquistare la simpatia e la fiducia dei nuovi industriali. è lui che li persuade a far sorgere quell'originale esemplare di arte moresca che è la Villa Crespi ad Orta.
Firma il suo primo Atto d'Archivio sul Registro di Nascita (Sogno Gaetano) il 28-6-1853, ma si sottoscrive "Parroco eletto" e così altri Atti nello stesso anno. Solo nel Gennaio 1854 si qualificherà "Parroco-Rettore". Troviamo l'ultima sua firma tremante su un Atto di morte (Maria Strada) il 6 gennaio 1906. 

Era stato definito un "artista" anche per aver composto una celebre Messa Solenne in onore della B.V. del Carmelo. Celebre, perché in quegli anni girò per tutto il lago con i suoi cantori, ovunque ci fosse una solennità di rilievo. Per qualche decennio sul lago non si svolgeva solennità veramente solenne, senza che echeggiassero sotto le volte delle Parrocchiali gli assoli ed i duetti di Don Martino.
Prese sotto le ali un giovanottello, suo figlioccio, figlio del Sindaco, suo validissimo collaboratore; lo avviò ai primi studi sulla tastiera, lo mandò a perfezionarsi presso un abile organista e ne fece il suo braccio destro artistico come organista, riservando a se la bacchetta direzionale.

L’infaticabile Can. Martino Marinzi cessò di vivere alle ore 18 del 10 marzo 1906, all'età di 80 anni. Chi entrò in canonica a rendere omaggio e testimonianza di riconoscenza e di venerazione, rivide il defunto seduto sul seggiolone in sala, con davanti il messale aperto (così era allora l’uso). Venne sepolto, con funerali indimenticabili, il giorno 13.
un manoscritto di don Marinzi


Scompariva un uomo indubbiamente benemerito per Pella, una figura eccezionale, dalle molti doti, dalla ricca e pratica abilità e lasciava il più ampio rimpianto tra i suoi parrocchiani che lungo i 53 anni di rettorato aveva, si può ben dire, cresciuti, aiutati, formati anche culturalmente con le lezioni private e pubbliche.



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