lunedì 17 novembre 2014

Il declino della Ferrovia Gozzano - Alzo

 
 
La ferrovia sotto le cave di Alzo
 
 
Il progetto della linea ferroviaria, che prevedeva il trasporto medio giornaliero di circa 200 persone, fu disatteso dalla realtà. Gli scalpellini che lavoravano nelle cave non utilizzavano il treno. Questo per vari motivi. Innanzitutto gli orari non erano compatibili con quelli di lavoro. Inoltre la maggior parte degli operai viveva relativamente vicina ad Alzo pertanto preferiva muoversi a piedi piuttosto che sostenere i costi del biglietto.
Rimaneva pertanto negli utili solo la movimentazione delle merci, in particolare il granito e la carta prodotta dalla cartiera Sonzogno. La carenza di vagoni obbligava però la ferrovia a noleggiare altri carri con un ulteriore, seppure leggero, aumento dei costi.
La concessione per il trasporto pubblico scadeva il 15 giugno 1906, ma già il 6 maggio presso il salone della Famiglia Alzese, è indetta un’adunanza per deliberare riguardo alla ferrovia e in particolare, a conferma di quanto detto, circa l’orario dei treni. In un avviso pubblicato su L’Amico dell’11 agosto 1906, l’avv. Razzetti preannunciava la sospensione del pubblico servizio a partire dal 15 agosto, in quanto il Governo non intendeva concedere ulteriormente l’indennità per il trasporto dei passeggeri e della posta.
Intanto il servizio pubblico veniva affidato alla corriera del signor Bassi,il quale però si lamentava del misero importo della sovvenzione ottenuta.
Nel 1909, grazie a un Decreto Legge, il servizio riprese con entusiasmo. La locomotiva Alzo, il carro senza sponde e la carrozza passeggeri, unici rotabili in possesso della ferrovia, cominciavano tuttavia a sentire il peso degli anni. Anche le rotaie erano da cambiare, ma i fondi mancavano e già nel 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale, si intravvedeva una nuova crisi.
Nel 1917 venne costituita la Società Ferroviaria Cusiana per trasporti e costruzioni, con sede a Milano presso il Banco S. Giorgio, il cui obiettivo era quello di creare una rete di autoservizi che coprisse un’ampia zona che andava da Gozzano a Borgomanero, Borgosesia, Arona, Orta, Omegna, Alzo e Pella. Il progetto era ambizioso, ma la Società sapeva che il Governo non poteva appoggiare una concessione per un percorso già servito dalla ferrovia, pertanto si adoperò per poterla sopprimere, probabilmente pensando di coprire le spese per l’acquisto degli automezzi con i soldi ricavati dalla vendita dei fabbricati e dei terreni.
Ma la Società Cusiana non immaginava minimamente quanto gli abitanti della Riviera fossero affezionati alla loro ferrovia: il 13 giugno 1918 si tenne un’adunanza dei Sindaci della sponda occidentale, i quali si dissero unanimamente contrari al progetto di sostituzione del treno con un autoservizio, che secondo loro non poteva surrogare validamente il mezzo ferroviario. La mozione venne portata al Consiglio Provinciale e per la Società Cusiana il colpo fu duro da assorbire.


(Bibliografia:
F. Ogliari, La navigazione sui laghi italiani – i laghi minori – Orta – Trasimeno – Bolsena – Bracciano. Cavallatto Editori, Milano, 1988.
Documenti dall’archivio storico dell’Associazione Culturale Famiglia Alzese.)
 
 
 
La locomotiva "Alzo"

 

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