lunedì 22 dicembre 2014

La frazione Ronco annessa al comune di Pella

Ronco vista dal lago


Con decreto ministeriale del 30 aprile 1960 la frazione di Ronco viene affidata alle cure amministrative di Pella, anche se già nel 1947 il vescovo Leone Ossola aveva unito la frazione alla parrocchia di Pella. Lo ricorda una lapide murata nella “Piazza dell’Unione”: il 16 ottobre 1960 il Sindaco di Orta, Avv. Gabriele Galli, consegnava le simboliche chiavi al Sindaco di Pella, Sig. Augusto Cerottini, presenti l’Ing. De Maio, il Sottosegretario agli Interni, il Prefetto Salerno, il Dott. Stucchi della Provincia, l’On. Scalfaro, che s’era prodigato per la realizzazione.

Il programma della celebrazione per l’annessione della frazione Ronco al comune di Pella prevedeva:
ore 14 partenza da Pella via lago con motoscafo o battello.
Ore 14,30 arrivo a Ronco, ricevimento autorità, scoprimento e benedizione lapide commemorativa, omaggio al monumento dei Caduti per la patria con posa di corona di alloro, inaugurazione piazza dell’Unione.

Prestava servizio il Corpo Musicale Pellese e il rinfresco fu offerto dalla popolazione.
cascine a Ronco

una cappella sulla strada per la chiesa di Ronco

giovedì 18 dicembre 2014

E da Alzo non partirono più i treni a vapore...

Il ponticello in località Bocc

La stazione a righe bianche e rosse


Alle vicende descritte nei documenti ufficiali, si aggiungono le memorie e le poche tracce raccolte dalla voce di chi ha vissuto quella stagione.
È particolarmente importante la testimonianza del signor Andrea Guidotti sull’aspetto esteriore delle stazioni della ferrovia Gozzano – Alzo: l’intonaco era a strisce bianco-rosso ed ancora oggi si può vedere sull’edificio della stazione di San Maurizio d’Opaglio, ora adibita a civile abitazione. L’arrivo del treno (i cui orari non erano mai precisi) veniva preannunciato con uno scampanellìo per avvisare i probabili viaggiatori che era ora di appressarsi alla stazione, nonché chi ne aveva necessità, di andare a spedire o ritirare pacchi o merci varie.
Non bisogna dimenticare che questi erano paesi con numerosi emigranti. Era assai importante per il servizio postale locale che si avvaleva della ferrovia; l’intera comunità attendeva l’arrivo del treno specie nel periodo della Grande Guerra, quando ogni famiglia annoverava qualche congiunto lontano da casa perché al fronte o prigioniero.
Negli anni 1920-22 il fuochista della locomotiva Alzo (il nome indicava il modello del locomotore fabbricato in Germania, modello in funzione anche per altri percorsi ferroviari), era Attilio Balaustra, abitante nella frazione Pianelli, mentre il macchinista era Polci di Pogno.
La figlia del Balaustra ricorda che una volta il padre non fermò il treno alla stazione di San Maurizio perché era in ritardo sull’orario e non poteva mancare la coincidenza a Gozzano con il treno che transitava da Novara per Omegna.
Non era raro che, per mancanza di potenza del locomotore a causa del dislivello esistente nei pressi della località Pianelli, i vagoni carichi di massi di granito venissero sganciati ed abbandonati sui binari per essere poi ripresi (con comodo!) in un secondo tempo. Altre volte, mancando il carbone, i viaggiatori erano invitati a scendere e raccogliere le canne di granoturco nei campi per far ripartire il treno.
La natura stessa, aiutata dalla mano dell’uomo, ha ormai cancellato le tracce di una vicenda così sofferta. Pochi segni sono rimasti: un ponticello nascosto dai rovi, un breve tratto di binari non divelti, un intonaco a righe bianco-rosso, un vecchio quadro con gli orari del treno…

Bibliografia: Documenti dall’archivio storico dell’Associazione Culturale Famiglia Alzese.


Un particolare della stazione di San Maurizio

Un cippo SF - strada ferrata


lunedì 15 dicembre 2014

Monte San Giulio, una frazione di Pella

 
 
La chiesa di Monte San Giulio dedicata a San Giuseppe
 
 
 
La piccola frazione di Monte San Giulio situata nel punto più alto sulla mulattiera che portava verso la Colma di Cesara, sembra dominare con la sua presenza l'intero territorio pellese.
Distante dal capoluogo comunale circa un chilometro, a 446 metri s.l.m., conta un pugno di abitanti che hanno il privilegio di una incomparabile visione panoramica del lago d'Orta sottostante.
Nel tardo Seicento questa frazione si dotò di un oratorio dedicato a san Giuseppe, di cui gli abitanti sono attenti e devoti custodi.
 
 
 
La fontana pubblica a Monte San Giulio
 

giovedì 11 dicembre 2014

L'oratorio di San Giulio in Frazione Ronco Sopra

l'oratorio di San Giulio a Ronco Sopra

Nascosta nella pace del bosco della piccola frazione di Ronco Sopra è la chiesetta di san Giulio o della Natività di Maria Santissima.
ècomposta da tre corpi di epoche diverse anche se l'immagine generale deriva dagli interventi di età barocca: il corpo più antico, la navata, è basso e di dimensioni contenute; del Seicento è il portico d'ingresso (su una finestrella è riportata la data 1677); del Settecento la zona absidale, che ha probabilmente sostituito l'abside originale semicircolare, con un piccolo campanile, con data 1761.
Notevoli sono gli affreschi che decorano le pareti, realizzati tra il tardo secolo XV e l'inizio del secolo XVII, come segnalato nel 1987 da Casimiro Debiaggi.

Sono molto probabilmente opera della scuola del Cagnoli, da Tommaso ai figli, specie Francesco.

affreschi all'interno dell'oratorio

una testimonianza cronologica

martedì 9 dicembre 2014

La chiesa di San Defendente nella frazione di Ronco Sotto


la chiesa di Ronco Sotto

La chiesa di san Defendente a Ronco Inferiore è situata in posizione strategica dove iniziava l'antica mulattiera di collegamento tra il lago e la Valsesia. Testimonia il transito degli artisti che provenivano da quei luoghi e si dirigevano verso l'isola di san Giulio o verso il Sacro Monte d'Orta.
La dedicazione ricorda il soldato romano martire Defendente che aveva militato nella famosa Legione Tebea guidata da San Maurizio, ed era considerato  protettore contro la peste, i lupi e gli incendi.
L'interno, a navata unica, è decorato da Paolino Albanesi di Sant'Agata Sopra, coadiuvato da Bergonzoli e Gallotti, dello stesso paese. Le cappelle all'interno dell'edificio propongono San Giuseppe, la Sacra Famiglia, San Sebastiano, la Vergine e Santa Lucia.
Il pannello di rame dell'altare è del 1992 opera del Barberis di Castelletto Ticino.

San Defendente

una stradina di Ronco Sotto



giovedì 4 dicembre 2014

La chiusura della ferrovia Gozzano – Alzo




Stazione di Gozzano divisa da casellante (1914)


Il servizio ferroviario si rivelò una continua perdita anche a causa  della inattività delle cave.
I Sindaci dei paesi attorno decisero di stanziare un contributo per il proseguimento del servizio e gli industriali si riservarono di sentire quali fossero le richieste per la cessione della Ferrovia.
Ma il reale interesse della Società Cusiana continuava probabilmente ad essere quello di liberarsi della ferrovia, affinché questa non intralciasse il progetto dell’autoservizio. Così aveva già iniziato a prendere accordi per la vendita del materiale rotabile e anche dei binari. Una petizione degli abitanti del lago, giunta al Ministero dell’Interno, fece muovere la Prefettura di Novara, che bloccò immediatamente ogni trattativa. E questo fu un nuovo colpo per la Società Cusiana.
Si susseguirono incontri e trattative anche con l'intervento di personaggio politici dell'epoca (l’ing. Pestalozza, il deputato Curioni, il prefetto di Novara), ma il risultato fu che il 15 giugno 1922 la Società Cusiana chiuse il servizio sulla Gozzano – Alzo e, memore degli avvenimenti passati, diede immediatamente ordine di smantellare i binari e vendere gli immobili.
La gente si ribellò, bloccò i lavori di disarmo per ben due volte e, verso la fine di luglio, un lungo corteo di persone percorse i binari da Alzo fino a Gozzano, dove fu bloccato il treno che sopraggiungeva diretto a Novara. I discorsi tenuti dal dott. Ruffoni e dall’ing. Peverelli, stando ai giornali dell’epoca, suscitarono l’approvazione di tutti, anche dei viaggiatori e del personale ferroviario.
Un Comitato acquirente offrì L. 550.000 per l’acquisto della ferrovia, ma la Società Cusiana non voleva scendere sotto le 600.000. Mentre si cercavano le 50.000 lire per soddisfare la richiesta, gli accordi per la vendita dei singoli fabbricati e delle rotaie furono perfezionati.
Per la Gozzano – Alzo era la fine.

Fonte: Documenti dall’archivio storico dell’Associazione Culturale Famiglia Alzese.



Casellante stazione Berzonno (1914)

Casellante stazione Cremosina (1914)
 
 

lunedì 1 dicembre 2014

Le suore dell'Ospedale Albini-Zanotti a Pella




Suor Gaspara
Nel 1893 nel neo-ospedale Albini Zanotti arrivano le prime cinque suore del Cottolengo: Suor Gaspara (che sarà l'assistente per 57 anni, da tutti chiamata la Mamma dei Pellesi e morirà a Torino nel 1950 in concetto di santità), Suor Maria della S. Sindone, Suor Maria degli Angeli, Suor Fruttuosa, Suor Alipia.
Fondato l'Ospedale alla casa masserizia Zanotti, mancava una strada vera e propria, e mancava la casa per il Medico che doveva prestare servizio  all'ospedale.
Il buon rettore Marinzi, permutando, trafficando, agitandosi, apre la nuova strada (a lui dedicata e poi mutata dall'aministrazione comunale in via Gaetano Zanotti), allargando le "Strette" ad un nuovo respiro, e fece sorgere una civettuola casa per il Medico. Il dottor Manini fu il primo a prenderne possesso, sostituito alla sua morte dal dottor Vallenzasca.
La casa del medico oggi