giovedì 27 agosto 2015

Ad Alzo un parroco da ricordare

Murata sul lato sud della chiesa parrochiale San Giovanni Battista di Alzo una lastra commemorativa ricorda la funzione di parroco di De Alessandri Antonio Maria da Centonara nato nel 1787.
Come recita la scritta, resse dal 30 aprile 1818 in qualità di vice parroco, e come parroco da gennaio 1819 sino al 23 agosto 1847, per 29 anni pastore della comunità.
Il 10 settembre 1847, come descritto dai libri parrocchiali ("quo die ubiit et sepultus est sub porticu ecclesiae parochialis") morì e fu sepolto sotto il portico della chiesa parrocchiale.

L’origine da Centonara è dedotta dal fatto che è stato trovato un quadro ad olio, di proprietà privata di una famiglia di Centonara, in cui è effigiato il parroco De Alessandri, dal che si può dedurre, considerata la lastra commemorativa e la rara immagine del quadro stesso, che si trattava di personaggio appartenente probabilmente a famiglia benestante o nobilizia.
il quadro con De Alessandri

la lastra commemorativa

lunedì 24 agosto 2015

Un personaggio d'altri tempi

il notaio Mauro Zanè

L'avvocato e notaio Mauro Zanè era nato a Pella il 12 gennaio 1869, dove morì nel 1960.
Dopo gli studi ginnasiali all'isola di San Giulio e proseguiti al Liceo di Varallo Sesia, si laureò a pieni voti a Torino.
L'attaccamento al suo paese fece sì che vi trascorresse tutta la vita durante la quale condusse con alta professionalità lo studio di avvocatura e, soprattutto, di notariato.
Queste sue doti e l'amore per i concittadini lo portò ad assumere e più riprese la carica di Sindaco nei momenti cruciali della storia italiana, a ridosso della prima guerra mondiale negli anni dal 1911 al 1914, ed alla fine della seconda guerra mondiale, quando furono sciolti i "Castelli Cusiani" e Pella riprese la sua autonomia comunale, periodi in cui le problematiche delle amministrazioni comunali erano veramente rilevanti.

Rigoroso nella professione, profondo e lungimirante cultore, raccolse numerosi documenti a testimonianza degli avvenimenti svoltisi negli anni da lui vissuti, preziosi cimeli che offrono la possibilità di comprendere e approfondire la conoscenza di un modo di vivere ormai lontano ma che ha ancora una valenza storica e sociale.
la carta da lettera

casa Zanè a Pella

giovedì 6 agosto 2015

Opere d'arte per ricordare

 
 
Particolare del viso
 
 
 
Opere d'arte di grande valore si possono vedere anche nei cimiteri, i quelli delle grandi città e in quelli più raccolti e periferici dei nostri paesi.
E' il caso del cimitero di San Filiberto di Prorio nel quale si possono ammirare diverse tombe che, realizzate nel bellissimo granito di Alzo con statue bronzee, presentano veri capolavori usciti dalle sapienti mani di scultori e artigiani.
Campeggia nel centro del cimitero di Prorio la tomba della famiglia Fiorentini, fatta costruire nel 1903 da Costanza Fiorentini Durio, la quale si avvalse dello scultore Costantino Sterati di Varallo (1861-1906) che è l'autore della dolente figura femminile in bronzo, inginocchiata sulla roccia nel cui interno riposano le spoglie dei defunti.
La statua fu realizzata dalla fonderia artistica Emilio Sperati di Torino. Fu questo un artista di grande talento: nato nel 1861, frequentò l'Accademia di Brera dal 1874 al 1883 e nel 1903 si trasferì a San Pietroburgo dove ebbe alterne vicende nel 1906 durante la realizzazione del monumento allo zar Alessandro III con lo scultore Paolo Troubetzkoy. Ritornò in Italia e a Torino morì il 30 agosto 1931.
Presso Palazzo Lascaris a Torino è la raccolta delle sue opere che la figlia ha donato alla città: una meravigliosa collezione di bronzetti di inestimabile valore artistico.
 
 
 
Particolare della statua in bronzo
                                                       
 
 
 

La tomba della famiglia Fiorentini
 

lunedì 3 agosto 2015

Un tragico fatto di cronaca



La lapide di ricordo
 
Nel mese di agosto del 1907 un giovane istitutore scomparve nelle acque della foce del Pellino, probabilmente per mancanza di esperienza nel nuoto, almeno questa fu l'ipotesi del giornale L'Amico dell'epoca.
Di questo fatto di cronaca rimane il ricordo in una targa posta all'esterno del cimitero di Pella che conferma il mancato ritrovamento del corpo del giovane annegato.

giovedì 30 luglio 2015

Guido Tirozzo: il pittore dell'incanto cusiano



Guido Tirozzo (1876-1951)
 
Il pittore a San Filiberto

Guido Tirozzo nacque a Torino nel 1876 da antica famiglia valsesiana e frequentò l'Accademia Albertina. Soggiornò a più riprese al Sacro Monte d'Orta durante il primo conflitto mondiale, e nel periodo dello sfollamento tra il 1943 al 1945, visse ad Alzo nella casa settecentesca che si affaccia sulla bella e panoramica piazza.
Nacquero tante sue preziose tele, cogliendo angoli solitari di sottoboschi trapuntati dalla luce del sole, vedute ampie in cui il lago d'Orta è il vero grande protagonista.
Era un artista riservato, amante della quiete, figura distinta dal tratto signorile, il volto ornato da due baffetti e da un breve pizzo bianco.
La testimonianza del suo soggiorno ad Alzo è documentato da una targa posta sulla facciata della casa che lo ha ospitato, e dove ha lasciato un ricordo affettuoso e riverente nella memoria di chi, ancora ragazzo e alle prime prese con i pennelli da pittore,  lo ha conosciuto negli anni della guerra.
Morì a Torino nel 1951.


La casa di Alzo che lo ha ospitato



lunedì 27 luglio 2015

La Ditta Motta: un fiore all'occhiello dell'industria pellese

 
 
Giacinto Motta
 
 
Una pubblicazione
 
Giacinto Motta (nato a Mortara il 5 aprile 1870 e morto a Orta Novarese il 12 dicembre 1943) è stato docente di tecnologie elettriche presso il Politecnico di Milano dal 1900 al 1922. Si occupò principalmente di imprese elettriche e di telecomunicazioni preconizzando, per primo in Italia, l'uso di cavi sotterranei. Dal 1918 fu consigliere delegato della Edison.
Per Pella, la Ditta Motta fu un'altra bella realtà industriale,
L'ing. Giacinto Motta acquistò il complesso industriale dall'ing. Ferraris a Pella nel 1938 ed il il figlio primogenito, ing. Mario (nato il 6 maggio 1908) riconvertì l'azienda verso la meccanica di precisione, ottenendo importanti commissioni belliche, tra cui la produzione di sensori per i siluri della Marina militare.
Purtroppo, lo sviluppo della produzione fu tragicamente interrotto il 16 novembre 1944 dall'assassinio dell'ing. Mario Motta, che collaborava con la Resistenza, a Bolzano Novarese.
Il lavoro riprese nel dopoguerra con la produzione di macchine utensili, attività che fallì.
 
 
Il monumento a Bolzano Novarese a Mario Motta


Giacinto Motta al centro con i baffi
                                    
 

lunedì 13 luglio 2015

Personaggi della letteratura Alzese


un'edizione del romanzo edito nel 1887

"Alpinisti ciabattoni" è un romanzo divertente  che racconta le disavventure di una coppia di coniugi della Lomellina che decidono di trascorrere a Orta e dintorni alcuni giorni di vacanza. L'autore è Achille Giovanni Cagna il quale veniva a soggiornare ad Alzo presso l'Albergo Alzese. 
Cagna il quale era molto affezionato al proprietario Peppino Gualea del locale albergo e quando questi questo morì nel 1925 all'età di 51 anni, seguendo di pochi giorni la morte del fratello Giovanni di anni 49, gli dedicò il suo personale necrologio.
La figlia Nuccia Cagna, professoressa di lettere, molto colta e apprezzata al Liceo di Vercelli, continuò a frequentare Alzo alloggiando in un piccolo appartamento di due camere accanto alla villa Fiorentini, avvalendosi dell'ottima cucina dell'albergo Alzese e frequentando le famiglie "bene" del luogo in quanto stimata e colta persona.
Achille Cagna in una foto dell'epoca

La figli Nuccia ospite dell'albergo alzese